Secondo i dati diffusi in questi giorni il -0,2% del 2020 è la terza diminuzione media dal 1954
Inflazione: Istat, a dicembre +0,3% su base mensile
Redazione Web
9 Gennaio 2021
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Secondo le stime preliminari, nel mese di dicembre 2020 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e una diminuzione dello 0,1% su base annua (da -0,2% del mese precedente). È quanto comunica l’Istat diffondendo i dati provvisori dei “Prezzi al consumo” a dicembre 2020.
“Nel 2020, la diminuzione dei prezzi al consumo in media d’anno (-0,2%) è la terza registrata a partire dal 1954, da quando cioè – spiega l’Istat – è disponibile la serie storica del Nic (-0,4% nel 1959, -0,1% nel 2016). Analogamente a quanto accaduto nel 2016 e a differenza di quanto verificatosi nel 1959 (quando fu dovuta anche ad altre tipologie di prodotto), la variazione negativa dell’indice Nic è imputabile prevalentemente all’andamento dei prezzi dei beni energetici (-8,4% rispetto al 2019) al netto dei quali l’inflazione rimane positiva e in lieve accelerazione rispetto all’anno precedente”. Stando ai dati diffusi, nel 2020 i prezzi al consumo registrano una diminuzione pari a -0,2% (da +0,6% del 2019). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono dello 0,5% (come nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici dello 0,7% (da +0,6% del 2019).
L’inflazione, viene rilevato, rimane negativa per l’ottavo mese consecutivo, a causa per lo più dei prezzi dei Beni energetici (-7,7%, da -8,6% del mese precedente) i cui cali meno marcati, insieme con quelli dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -1,6% a -0,7%) ne determinano però la minore ampiezza. Il rallentamento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +3,2% a +1,6%) frena l’attenuarsi della variazione negativa dell’indice Nic. L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe a +0,7% (rispettivamente da +0,4% e da +0,6%).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,9% su base annua (in rallentamento da +1,2% di novembre), mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto attenuano la flessione portandosi a -0,1% (da -0,3% del mese precedente). Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,3% su base annua (come a novembre). La variazione media annua del 2020 è pari a -0,1% (era +0,6% nel 2019).
L’Istat fotografa la “fuga” verso il Nord: il virus non ha frenato la tendenza. Dopo le scuole superiori, il futuro dei ragazzi è lontano da casa. Il Mezzogiorno esporta intelligenze: l’arrivo dei giovani laureati permette ovunque un riequilibrio rispetto ai residenti che disertano gli atenei.
Il crollo riporta l’Italia ai livelli del 2000. Restano stabili le spese alimentari e quelle per la casa mentre calano drasticamente quelle per tutti gli altri beni e servizi. Quello relativo alla spesa media mensile è il calo più accentuato dal 1997
A febbraio 2021 si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 100,7 a 101,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 88,3 a 93,2). È quanto comunica oggi l’Istat diffondendo i dati
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