Avvenire di Calabria

Il progetto, portato avanti al Centro servizi al Volontariato da oltre un decennio, è ormai parte integrante dell'offerta formativa

Istituto ”Piria” e Csv, il volontariato sale in cattedra

Federico Minniti

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Il volontariato sale in cattedra. Lo fa da un decennio presso uno storico istituto tecnico superiore di Reggio Calabria, il “Raffaele Piria”. Più che una progettualità tra il Centro servizi al Volontariato (Csv) “Dei Due Mari” e la comunità scolastica reggina, si tratta di un vero e proprio “patto rigenerativo” in cui tutte le componenti (associazionismo, studenti e insegnanti) riescono a cogliere il valore aggiunto del mettersi in servizio. Accanto a Maria Grazia Manti, responsabile dell’area per conto del Csv, c’è l’azione paradigmatica di alcuni docenti come Grazia Condello, vicepreside del “Piria” che vive in prima persona, «da genitore prima che da insegnante» come ci sottolinea lei stessa, questa avventura professionale.

«L’idea è quella di far conoscere il volontariato ai nostri studenti del quarto anno: questo è un mondo molto vicino a loro, ma che non riescono a toccare con mano», spiega la prof.

Presi dall’individualismo dei social network, i ragazzi hanno bisogno di essere stimolati. Il percorso progettuale Csv– ”Piria”, mira, infatti, «a avviare delle strategie educative che aiutino i giovani a riappropriarsi delle proprie relazioni, oltre che scoprire le sensibilità di ciascuno e di comprendere la necessità di “guardare oltre” ». In questo senso, il volontariato diviene il mezzo privilegiato per misurarsi con sé stesso, attraverso delle attività in aula e – una volta maturata una scelta responsabile – anche nell’attività all’esterno dell’edificio scolastico. «Dovremmo estendere il nostro ragionamento – spiega Condello – a tutta un’area della nostra proposta formativa che è for- temente indirizzata verso il Terzo Settore. Noi, è vero, formiamo dei futuri imprenditori – prosegue la vicepreside – ma solo osservando la realtà che ci sta attorno si può davvero andare nella profondità dei propri talenti».

Il percorso dei laboratori esperenziali, quindi, divento un vero e proprio processo di promozione umana. «Questi ragazzi sono più poveri rispetto alle vecchie generazioni – sottolinea Condello – perché mancano questi spazi, come i cortili o gli oratori, in cui si curava l’ascolto dei bisogni di chi cresceva, cosa che oggi manca». Eppure siamo dinnanzi a «studenti iper–sensibili, capaci di acquisire delle life skills fondamentali per il proseguio della loro vita». In questo senso, la scuola “torna al centro del villaggio educativo”.

«Crediamo che sia fondamentale trasmettere il buon esempio: tante cose che facciamo non hanno efficacia nell’immediato, ma lasciano un segno». Questo il valore– guida che muove l’idea del Polo dell’inclusione che il “Piria” porta avanti proprio assieme al Csv reggino.

Una scuola che, da sempre, apre le porte delle proprie aule alle classi multiculturali o a chi, come tanti ragazzi della Comunità ministeriale del Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria, vivono una prova di riabilitazione nella società. «Sarebbe sbagliato affermare che non esistono difficoltà – spiega la prof – ci vuole molto lavoro, ma posso certamente dire che la prima ad avere qualcosa “in cambio” sono proprio io, in termini di restituzione valoriale».

Ci vuole predisposizione e dialogo, come quella che quotidianamente si intrattiene anche con la Caritas diocesana, supporto per la scuola nel rapporto con le famiglie. «Ogni giorno – dice Condello – ascoltiamo le storie di genitori che vivono tensioni a casa, tra di loro oppure per via della perdita del lavoro e, inevitabilmente, questo si ripercuote nella serenità dei figli». Osservare e curare queste ferite non è semplice, ma il progetto del Csv ha riservato – anche in questo contesto – delle piacevoli “sorprese”: «Sono tanti papà e mamme che decidono di affiancare i propri ragazzi nelle attività di servizio». Il bene chiama il bene. Questo l’assioma che unisce grandi e piccoli, insegnanti e studenti, genitori e figli. Un’azione che si moltiplica anche quando la scuola finisce. «Seguiamo con affetto tanti nostri ex alunni, oggi universitari, che si prestano come tutor linguistici di quanti approdano nella nostra terra». Un processo, dall’accoglienza all’inclusione, che è una lezione pratica imparata proprio al “Piria”. E che – da quest’anno sarà estesa – grazie alla nascita della rete delle Alleanze Educative, di cui lo storico istituto tecnico reggino fa parte, e che coinvolge ben altre 18 scuole del territorio.

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