Avvenire di Calabria

L'intervista a don Graziano Bonfitto, che porta avanti il messaggio di papa Giovanni Paolo II «Aprite le porte a Cristo»

«La fede bella e gioiosa» in onore di sant’Antonio

Tatiana Muraca

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Le chiese sono aperte al pubblico già da diversi giorni, ma ciò che don Graziano Bonfitto, parroco della Basilica di sant’Antonio da Padova di Reggio Calabria alla Collina degli Angeli, non può dimenticare è il giorno in cui la notizia della riapertura si è fatta più concreta che mai. Il 18 maggio si è celebrato l’anniversario dalla nascita di papa Giovanni Paolo II, «ed il pensiero è andato subito a lui – parole di don Graziano – che ci ha insegnato di aprire le porte a Cristo, e da quel giorno le stavamo riaprendo ai fedeli. Così, pian piano, abbiamo ripreso i ritmi, riuscendo ad adeguarci alle normative». Nuove abitudini che soprattutto in questi giorni il santuario di sant’Antonio ha sperimentato nel pieno della tredicina in onore del suo patrono. Una parrocchia che non si è mai fermata, lo testimonia il suo parroco: «La nostra Caritas non ha mai chiuso, neanche durante la quarantena, periodo in cui si è rafforzato l’aiuto verso i più poveri grazie ai volontari e al cuore grande dei reggini. Porteremo avanti questo impegno – aggiunge don Graziano – forti del messaggio di don Orione, di sollevare le sofferenze degli altri e portarle sull’altare». E sull’altare, in questi giorni, sono state portate anche gioia e letizia, frutto dell’organizzazione quasi inaspettata, data la situazione, di una delle feste più amate a Reggio Calabria, quella in onore di sant’Antonio. Festeggiamenti più pacati, quest’anno, e non può che essere altrimenti: niente ricorrenze civili o concerti, ma tante celebrazioni religiose. «Le modalità sono state differenti – dice don Graziano – ma l’intensità nel vivere la festa è superiore. Dal punto di vista religioso, abbiamo cercato di rispettare la tradizione e forti dell’insegnamento di papa Francesco, che ci invita ad essere segni di speranza, questa tredicina ha voluto essere segno di gioia e di rinascita, di nuova intensità nella bellezza della fede». Nel segno della semplicità di cui parla don Graziano, si è deciso di installare qualche insegna luminosa vicino al Santuario, così da dare almeno un’idea visiva della festa di sant’Antonio, come segno di gioia, partecipazione e «fede bella». Aboliti, sempre nel rispetto delle norme anticontagio in tempo di pandemia, i tradizionali giochi pirotecnici, anche se non si è voluto rinunciare a qualche piccolo segnale di festeggiamento. Per il resto, si risparmia il più possibile in modo da offrire un aiuto concreto alle persone in difficoltà. «Ringraziamo e ringrazieremo sempre sant’Antonio, e nel rispetto del momento, aspettiamo chiunque voglia venire a celebrarlo alla Collina degli Angeli», conclude don Graziano. 

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