Avvenire di Calabria

L'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria-Bova ha presieduto questa mattina la celebrazione eucaristica tra gli ammalati

La messa di Morosini all’Hospice: «Dio non ci abbandona mai»

Tatiana Muraca

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In occasione della Giornata mondiale del malato, questa mattina si è tenuta all’Hospice di Reggio Calabria la messa presieduta dall’arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini. Oggi, inoltre, la Chiesa celebra la memoria della Madonna di Lourdes, apparsa per la prima volta l'11 febbraio 1858 a Bernardette Subirous nella grotta di Massabielle, tra i Pirenei francesi.
L’invito che monsignor Morosini rivolge a chi abita l’Hospice è che un po’ dello spirito di Lourdes possa vivere «in questa casa dove l’amore si coniuga con la speranza e con la sofferenza, e tutti insieme vengono presentati a Dio perché con la sua presenza possa rendere vivi e fecondi questi grandi valori».
Parla di dolore e sofferenza, il vescovo, una prospettiva che tutti gli uomini devono avere di fronte agli occhi, ossia quella della fine della vita umana. «Dobbiamo, però partire sempre dal presupposto che Dio non ci abbandona – aggiunge monsignor Morosini - L’incontro nostro con la fede, con il Signore, con la Madonna e con i sacramenti ci dà soprattutto questa certezza, che Dio non ci abbandona. È l’immagine di Gesù crocefisso che dobbiamo contemplare nel pensare alla sofferenza, lui ha vissuto tutte le esperienze umane più dolorose e non ha perso la fiducia e l’amore con il Padre».
Il presule richiama i fedeli alla preghiera, tramite cui non si perde mai «l’aggancio» con Dio. Richiamando poi l’immagine dell’acqua sgorgata nella grotta di Massabielle, monsignor Morosini parla dell’amore del Padre presente dietro ad ogni persona che sta affianco a chi soffre, «anche se per noi uomini rimane sempre un mistero quello del dolore e della morte, che solo attraverso la fede possiamo comprendere: la vita è un progetto che Dio affida alle nostre mani – continua Morosini - e da uomo di fede io capisco che la mia vita finisce quando finisce il progetto che Dio mi ha affidato. Così come si è chiuso a 33 anni il progetto di vita di Gesù, che allora aveva compiuto la sua missione».
Le parole del vescovo pronunciate durante la celebrazione odierna si rifanno, dunque, al senso della vita e a quello della felicità che si giocano solo su questa Terra. Morosini incita i fedeli a non guardare solamente le ricchezze materiali e alla potenza che una lunga vita può offrire all’uomo, perché questo è solo un aspetto possibile della vita, che però si compie in un’altra dimensione: l’eternità.
«Lasciamoci prendere da questo pensiero – afferma il presule - la vita inizia nel tempo e finisce nell’eternità. Se crediamo veramente che la vita non si distrugge, ma si trasforma e si compie nell’eternità con Dio, allora sappiamo accettare tutti i momenti difficili da affrontare per compiere il progetto. Preghiamo il Signore e la Madonna Santissima per tutti gli ammalati di questa casa, per tutti coloro i quali si preoccupano di stare accanto a loro, per i familiari, affinchè dentro queste mura si possa respirare veramente quell’aria santa che si vive a Lourdes e che la Madonna sia presente accanto agli ammalati, soprattutto attraverso l’esperienza dei volontari e di tutto il personale».
Proprio dai volontari dell’Hospice, giunge un particolare ringraziamento a monsignor Morosini, per l’attenzione rivolta nei confronti di quella che è «una struttura molto amata nella nostra città, nonostante sia un luogo che ospita tanta sofferenza». Un «grazie» giunge anche da parte del cappellano don Vincenzo che ha creato, per coadiuvarlo, il gruppo di volontari denominato semplicemente “Amore”: il nobile sentimento che si vuole trasmettere ogni giorno ad ognuno dei fratelli ospitati. «La sua visita, Eccellenza – si conclude - rappresenta quella di un Buon Pastore che rassicura, dona calore e speranza, fa sentire circondati dall’affetto di tutta la Chiesa in un paterno abbraccio».

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