Avvenire di Calabria

La Società delle Figlie del Cuore di Maria inviano una preghiera nel nome del loro fondatore, Pierre Joseph Picot de Clorivière

La preghiera dalle Figlie del Cuore di Maria, «parlaci d’amore»

Redazione Web

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La Società delle Figlie del Cuore di Maria che, tutt'oggi, vivono anche a Reggio Calabria presso il Centro di Spiritualità "Stella Maris", inviano una preghiera nel nome del loro fondatore, Pierre Joseph Picot de Clorivière. «Ci ottenga lo Spirito d’Amore di imparare ad amare così, per intercessione di de Clorivière. Questa la nostra preghiera per voi, per noi e per tutti». Il passo che segue è un estratto da Pierre Joseph Picot de Clorivière - L’esperienza di Dio – edizione Città Nuova.

«Io posso amare Dio – si esordisce - non è ciò sufficiente per impegnarmi a farlo? Ho forse bisogno di cercare altri motivi come prova che anche lo devo amare? Saranno necessari tanti ragionamenti per persuadermi a fare ciò che con piena evidenza è così ragionevole e, nello stesso tempo, così vantaggioso e glorioso per me? Che cosa è l’uomo privo di questo amore divino? Ma quanto grande è la sua bellezza quando lo possiede! Tutte le creature visibili gridano l’infinita bellezza di Dio, la sua infinita bontà e che è nostro imperioso dovere amarlo. Tutto ciò che la fede ci presente ci grida la stessa cosa, ancor più fortemente! Da ogni parte il mondo visibile e quello invisibile ci offrono motivi d’amore. Siamo, per così dire, immersi in un oceano d’amore; circondati da tante fiamme, come possono i nostri cuori non essere tutto fuoco? Quale accecamento se non sappiamo vedere l’amore di Dio per noi! Siamo davvero insensibili, se non ne siamo toccati! Oh, amiamo Dio che è tutto Bellezza, Bontà, Amabilità, Grandezza! Dio che ci ama, che ci ha dato e che ci dà ogni giorno prove così meravigliose del suo Amore! Lui che noi possiamo amare, Lui che noi dobbiamo amare, amiamolo; perché merita infinitamente di essere amato, perché desidera essere amato, perché ce lo comanda, perché amarlo è tutta la nostra grandezza, tutta la nostra felicità, tutta la nostra gloria. Amiamolo come Essere Perfetto, come nostro Creatore, nostro Redentore, Signore, Re, benefattore, Protettore, nostro Principio e nostro ultimo Fine. Amiamolo – si prosegue - non quanto merita, perché è impos-sibile, ma quanto ne siamo capaci con la sua grazia. Amiamolo con amore soprannaturale, puro, intenso, tenero, ardente, forte ed efficace. Amiamolo con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, con tutta l’anima. Amiamolo tanto da essere pronti a dare la vita per Lui, a preferirlo a tutte le altre cose, ad amare tuto per Lui, a consacrargli tutti i nostri attimi, a rivolgere a Lui tutti i nostri pensieri, le nostre parole, a fare tutto ciò che più a Lui piace. Sono rimasto impressionato da un paragone che si è presentato al mio spirito durante gli Esercizi: colui che ama fa la corte all’oggetto del suo amore, con l’ardente desiderio di essergli per sempre unito con i legami del matrimonio. Quale assiduità nel rendergli omaggio! Come si compiace in sua compagnia! Come considera poca cosa tutto il resto: nulla è bello senza di lui! Come è dolce pensare che la mia anima non solo può, ma deve comportarsi così con Gesù! Lo avrò costantemente presente al mio spirito: per piacergli, regolerò nel modo più conforme ai suoi tutti i miei atti, parole, pensieri, desideri, movimenti. Sia questo il grande oggetto che mi occupi».

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