Avvenire di Calabria

Parla un seminarista, Angelo Pensabene, che sabato ha ricevuto il ministero da parte dell'arcivescovo Morrone

La testimonianza: «Mi sono riavvicinato al Signore fino a essere istituito come Lettore»

Fa parte, infatti, del gruppo di seminaristi del "Pio XI" che prosegue il suo cammino verso il sacerdozio

di Angelo Pensabene *

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

La testimonianza: «Mi sono riavvicinato al Signore fino a essere istituito come Lettore». Parla un seminarista, Angelo Pensabene, che sabato ha ricevuto il ministero da parte dell'arcivescovo Morrone. Fa parte, infatti, del gruppo di seminaristi del "Pio XI" che prosegue il suo cammino verso il sacerdozio.

«Ecco come sono arrivato ad essere istituito come Lettore» - La testimonianza

«Essere istituiti nel ministero del lettorato non è entrare nel ritualismo ma il rito del leggere è porsi al servizio del risuono della Parola; il ministero è un visibile che regala un invisibile». Queste sono le parole che di più mi hanno accompagnato nei giorni di seminario che mi preparavano alla celebrazione del conferimento del ministero del lettorato.

E queste parole mi fanno tornare indietro con la mente a degli episodi che ho vissuto nel mio riavvicinarmi al Signore.

Il primo pensiero va al periodo in cui ancora non frequentavo la parrocchia. Mi trovavo in una Basilica di Roma durante la Celebrazione Eucaristica e, proprio il momento in cui veniva cantato il salmo fu per me molto particolare, ricco di forte emozioni; in qualche modo è stato per me l’inizio di una svolta. Oltre alla bellissima voce del cantore, non riuscivo a capire il “perché di tutto quell’amore” che sentivo dentro di me.

Ripensando alla frase ascoltata poco meno di un mese fa: “un visibile che regala un invisibile”; credo che possa esprimere a parole quanto vissuto quel giorno.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Il secondo ricordo va ad una delle mie prime veglie pasquali vissute in parrocchia. Anche in quell’occasione, mi colpì particolarmente l’amore con cui veniva proclamata la lettura della Creazione. La cura e l’attenzione della lettrice mi immergeva nella tenerezza del Padre.

Proseguendo il mio cammino parrocchiale, venne il momento in cui mi fu chiesto di proclamare una lettura e addirittura dopo poco di cantare il Salmo. L’iniziale timidezza, rispetto al compito che mi era stato affidato, fu sconfitta dal pensiero di poter condividere la gioia che man mano sentivo dentro di me. Ero consapevole di offrire i miei limiti al Signore per essere Suo strumento, secondo la Sua volontà. Ricordo che all’inizio avevo un approccio forse troppo “tenero/sentimentale”, anche il tono di voce era troppo basso, ma pian piano capì, anche grazie a delle correzioni fraterne, che la Parola per essere annunciata, deve “arrivare”, con tenerezza ma anche con decisione, dando importanza ad ogni parola scandita ed alla punteggiatura. E così, invocando lo Spirito Santo affinché arrivasse la Parola e non la mia vana gloria, proseguivo il mio servizio ogni qualvolta mi veniva richiesto.


PER APPROFONDIRE: Le prossime "tappe" dei seminaristi reggini


Il tempo del seminario è stato per me, ed è tutt’ora, un tempo per affinare, approfondire, scoprire strumenti nuovi, dare un nome anche a delle esperienze vissute, tutto ciò per attingere dall’acqua viva e per condividere questa gioia con il prossimo.

Ci è stato detto anche che la vocazione del lettore è “mangiare” la Parola.

Ma bisogna imparare a pregare la Parola di Dio, attraverso una lettura attenta cercando di capire cosa vuole dire a me,  avere un dialogo con il Signore ed infine stare alla presenza del Signore.

Facendo esperienza di questo nutrimento quotidiano, mi rendo conto di amare sempre più la Parola, attraverso cui, l’intimità con Gesù si fa sempre più profonda. Da questa esperienza di stupore che genera la Parola, è possibile essere testimoni dello stupore che essa suscita, diventando così strumenti dell’amore.

Riguardo al Ministero dell’Accolitato è il Ministero che pone al centro l’Eucaristia e il servizio all’altare. Non si limita solamente alla celebrazione liturgica ma va oltre portando ai fedeli ciò che ha attinto all'altare. Ho avuto la grazia, prima del mio ingresso in seminario, di mettermi al servizio come ministro straordinario dell’Eucarestia presso i reparti del Grande Ospedale Metropolitano “B.M.M.” di Reggio Calabria e ciò che mi ha colpito, durante questo tempo, è la sete che ha di Gesù il Suo popolo. Avere tra le mani l’infinito amore, così fragile nelle specie eucaristiche, attirando gli occhi di coloro che accoglievano il suo amore, è stata un’esperienza di vita, nella sofferenza!

Questo ministero, sarà il prossimo passo verso il Sacerdozio, se Dio vorrà, per amare di quell’amore di cui mi ama.


* Seminarista

Articoli Correlati