A due mesi dal suo insediamento, il vescovo della diocesi di Lamezia Terme, monsignor Serafino Parisi, fa il punto sull'inizio del suo episcopato, alla luce degli incontri avuti, fin qui, con la comunità diocesana e si sofferma anche sull'attuale cammino sinodale della Chiesa universale e locale.
«Viviamo per un abbraccio ed in un abbraccio, perché l’essenziale della vita è sentirci amati. Abbiamo bisogno, perciò, di riscoprire la fede come relazione: con Dio, con i fratelli, con la nostra realtà calabrese. Una fede incarnata che, oltre i formalismi e il rischio di ridursi a pratiche esteriori, ci renda capaci di discernere la storia per trasformarla. Dovrà essere questa una "priorità" della Chiesa diocesana che vogliamo costruire insieme: "esserci" nelle trame umane della storia come comunità». Questo uno dei passaggi più significativi del messaggio che il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, inviò alla Diocesi di Lamezia Terme nel giorno della sua nomina.
Una vera e propria sollecitazione alla Chiesa che è in Lamezia ed a tutta la collettività a camminare insieme e che, il 9 luglio scorso, esattamente due mesi fa, venne accolta dalla comunità lametina che, come in un abbraccio, si strinse attorno al suo nuovo Pastore nel giorno del suo insediamento.
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«Nei due mesi appena trascorsi il mio sguardo è stato animato da un’attenzione del tutto nuova, da sentimenti di curiosità e di stupore verso ogni singola realtà che in questo tempo ho avuto il dono di visitare, in modo “ufficiale” e non», afferma oggi il vescovo di Lamezia, monsignor Serafino Parisi, nel tracciare una sorta di bilancio spirituale di questo primo periodo trascorso alla guida delal diocesi di Lamezia. Una Chiesa, quella lametina, a lui «in verità non del tutto sconosciuta», ammette in un intervista rilasciata all'organo diocesano, Lamezia Nuova.
La prima impressione del vescovo Parisi sulla Chiesa di Lamezia
«Che idea mi sono fatto, dunque? Di una Chiesa - continua monsignor Serafino Parisi - piena di talenti, di opportunità, di risorse umane e, cosa non scontata, anche di numerosi luoghi fruibili, dislocati in lungo e in largo per tutto il territorio della nostra Diocesi. Una comunità – bisogna dirlo – benedetta da numerosi sacerdoti. Un segno, questo, della presenza di un popolo orante e animato da grande fede e per questo ascoltato dal Signore».
Il vescovo di Lamezia parla anche dell'attuale tempo vissuto dalla Chiesa universale e locale, sull'importanza di «camminare insieme». «Qualche tempo fa papa Francesco, prospettando l’ipotesi di un sinodo, fece una importante distinzione tra due spinte, due movimenti che devono essere presenti insieme per favorire un reale cammino di riflessione», dice Parisi nel ricordare che il Santo Padre «parlò di un “Sinodo dal basso verso l’alto” che deve andare di pari passo ad un “Sinodo dall’alto verso il basso”.
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«Parto da questa espressione del Pontefice per ricordare - ancora il vescovo di Lamezia, monsignor Parisi - che ogni processo che ci coinvolge a livello di comunità – particolare o universale – per essere credibile ed efficace deve sempre partire da una “conversione” che inizi anzitutto dal basso, ovvero che parta da ciascuno di noi. Riprendendo i temi guida offerti per questo Sinodo anche noi come Chiesa particolare siamo chiamati a riflettere su quale valore abbiano per noi le parole di comunione, partecipazione e missione».