Avvenire di Calabria

La preghiera nel ricordo della protezione del Santo di Padova sulla città nel terremoto del marzo 1638

Lamezia, la comunità si riaffida a Sant’Antonio

Il vescovo Schillaci: «Se ascoltiamo il Signore, ci ascolteremo tra noi e ci accoglieremo»

di Salvatore D'Elia

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 «Lasciamoci guidare dal Signore e chiediamogli, per intercessione di Sant'Antonio, di essere sempre più capaci di ascoltare e ascoltarci tra di noi. Se ascoltiamo il Signore, ci ascolteremo tra noi e ci accoglieremo. Siamo chiamati ad ascoltare ed accogliere tutti questi fratelli che ora busseranno alle porte della nostra terra, delle nostre case, delle nostre vite.  Non chiudiamo il nostro cuore, ascoltiamo il Signore che ci guida alla vera Vita, alla sola gioia che ci rende più leggeri, più vigili, più umani». Così il vescovo di Lamezia Terme Giuseppe Schillaci, che ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica al Santuario di Sant'Antonio di Padova nella festa votiva di Sant'Antonio, da tradizione la seconda domenica di marzo, nel ricordo della protezione del Santo sulla città nel terremoto del marzo 1638.


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Commentando il Vangelo della II domenica di Quaresima, la Trasfigurazione di Gesù sul monte, il vescovo di Lamezia ha esortato «a lasciarci prendere anche noi, come Pietro, Giacomo e Giovanni, da Gesù e salire con Lui sul monte. Lasciamoci guidare da Lui in questo tempo così difficile. Uniamo la nostra preghiera a quella di Papa Francesco e della Chiesa intera, chiedendo che si fermi questo massacro, questo orrore. Per salire sul monte, dobbiamo essere leggeri: quante cose ci opprimono, quante cose ci appesantiscono».

Lamezia, la preghiera a Sant'Antonio della comunità

Per seguire il Signore, ha aggiunto il vescovo di Lamezia, «bisogna abbandonare tutte queste cose ed essere leggeri. Vogliamo chiedere al Signore, per intercessione di Sant'Antonio, quella docilità che ci fa essere una comunità di discepoli che ascolta il Signore e si lascia prendere da Lui. Come Pietro, vogliamo anche noi ripetere: è bello per noi, Signore, seguirti nonostante le nostre fragilità; è bello per noi, comunità cristiana, essere di Cristo».

Quindi l'esortazione: «Siamo chiamati ad entrare anche noi nella comunione di Cristo con il Padre non solo per noi stessi, ma per renderne partecipi gli altri. Mettiamoci umilmente in ascolto del Signore, come ha fatto Sant'Antonio, che si è nutrito della Parola per poter parlare agli altri».


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A conclusione della celebrazione, la statua del Santo di Padova è stata portata in processione sul piazzale e il vescovo ha benedetto la città con la reliquia del Santo.

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