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Con la messa celebrata dal vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, amministratore apostolico della Diocesi di Lamezia Terme, questa mattina alle 7.30 hanno preso il via i 15 sabati della Madonna di Dipodi.
Un cammino, quello di quest’anno, che il rettore del santuario, don Antonio Astorino, ha inteso dedicare ad alcuni passi del documento preparatorio al Sinodo che la Chiesa sta vivendo in questo periodo e lungo il quale, ad accompagnare i fedeli saranno i sacerdoti della Diocesi che si alterneranno nelle celebrazioni, partendo dal fulcro della figura di “Maria Madre della Chiesa”.
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Una Madre dalla quale, come sottolineato da Papa Francesco nell’omelia del primo gennaio scorso, dovremmo imparare a «custodire meditando. Perché anche a noi capita di dover sostenere certi ‘scandali della mangiatoia’».
«Ci auguriamo che tutto vada bene e poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, un problema inaspettato. E si crea un urto doloroso tra le attese e la realtà. Capita anche nella fede - ancora la riflessione - quando la gioia del Vangelo viene messa alla prova da una situazione dura in cui ci si trova a camminare. Ma oggi la Madre di Dio ci insegna a trarre beneficio da questo urto. Ci mostra che è necessario, che è la via stretta per arrivare alla meta, la croce senza la quale non si risorge. È come un parto doloroso, che dà vita a una fede più matura».
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Ed è in questo senso che ogni sabato dedicato alla Madonna di Dipodi, fino al 13 agosto, i sacerdoti, non perdendo di vista quello che è il messaggio sinodale, il percorso da seguire in questi anni affinché la Chiesa sia veramente una chiesa in uscita ed in ascolto, inviteranno i fedeli a riflettere anche su Maria, prima credente, ma anche Madre dell’ascolto, Donna di pace, donna del Kerigma, Madre dell’obbedienza della fede, vera discepola, Donna della koinonìa, strumento di salvezza, Madre degli ultimi, Donna del servizio, via della grazia, Donna del Magnificat, esempio della “missione” oltre la professione, “nodo” della dimensione sacerdotale, regale e profetica.
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