Avvenire di Calabria

La Chiesa celebra oggi lo sposo di Maria e padre putativo di Gesù

L’esempio di san Giuseppe, modello di genitorialità a cui tendere

Nel giorno della festa del papà, l'occasione per riflettere su una figura che ci ricorda l'importanza dei legami vissuti nel quotidiano

di Redazione Web

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Quando si parla di paternità, la prima immagine che viene in mente è quella di San Giuseppe. Una figura, seppur apparentemente marginale, discreta e in seconda linea, in realtà, a rappresentare «un tassello centrale nella storia della salvezza» come ha avuto modo di ribadire spesso papa Francesco, secondo il quale «Giuseppe vive il suo protagonismo senza mai volersi impadronire della scena».


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Una figura tenera che ci ricorda il valore dei legami vissuti nel piccolo della quotidianità. Non è un caso che Giuseppe sia il patrono dei papà, un modello per chi sa prendersi cura degli altri. Come fa, appunto, un padre con i propri figli.

San Giuseppe, vero e proprio modello di papà

Con i suoi silenzi e le sue angosce superate con la forza che deriva dalla fiducia assoluta nelle promesse del Signore, scrive Riccardo Maccioni, «Giuseppe rappresenta un modello da imitare e insieme un “amico” cui rivolgersi, un confidente in grado di avvicinarci, lui che è stato un educatore, all’immagine più vera della paternità di Dio. Caratteristiche che tornano nelle preghiere che da sempre gli vengono rivolte. Sono infatti moltissime le invocazioni che lo riguardano, in cui risuonano le sue innumerevoli virtù. San Giuseppe è maestro del silenzio e dell’ascolto, giusto e saggio, uomo dei sogni, pellegrino di Dio, custode del Redentore, esempio di paternità, protettore degli agonizzanti, per citare alcune delle immagini che lo accompagnano».

San Giuseppe, un anno speciale dedicato al custode di Gesù

Per far conoscere meglio il “falegname di Nazareth”, custode e padre putativo di Gesù, papa Francesco ha voluto lui dedicare un anno “speciale”. Lo ha fatto lo scorso anno, in occasione del centocinquantesimo anniversario della proclamazione dello sposo di Maria come patrono della Chiesa universale da parte del beato Pio IX. Accanto al decreto di indizione dell’Anno speciale dedicato a San Giuseppe, il Papa ha pubblicato la Lettera apostolica “Patris corde - Con cuore di Padre”, in cui descrive il «protagonismo» e la «paternità» del padre “legale” di Gesù. San Giuseppe, ci spiega Bergoglio, ha espresso concretamente la sua paternità «nell’aver fatto della sua vita un’oblazione di sé nell’amore posto a servizio del Messia».

E per questo suo ruolo di «cerniera che unisce l’Antico e Nuovo Testamento», egli «è sempre stato molto amato dal popolo cristiano». In lui, «Gesù ha visto la tenerezza di Dio», quella che «ci fa accogliere la nostra debolezza», perché «è attraverso e nonostante la nostra debolezza» che si realizza la maggior parte dei disegni divini. La lettera del Papa evidenzia, poi, «il coraggio creativo» di San Giuseppe, quello che emerge soprattutto nelle difficoltà e che fa nascere nell’uomo risorse inaspettate. «Il carpentiere di Nazaret - spiega il Pontefice- sa trasformare un problema in un’opportunità anteponendo sempre la fiducia nella Provvidenza».


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San Giuseppe affronta «i problemi concreti» della sua Famiglia, esattamente come fanno tutte le altre famiglie del mondo, in particolare quelle dei migranti. In questo senso, San Giuseppe è «davvero uno speciale patrono» di coloro che, «costretti dalle sventure e dalla fame», devono lasciare la patria a causa di «guerre, odio, persecuzione, miseria”» Custode di Gesù e di Maria, Giuseppe «non può non essere custode della Chiesa», della sua maternità e del Corpo di Cristo: ogni bisognoso, povero, sofferente, moribondo, forestiero, carcerato, malato, è “il Bambino” che Giuseppe custodisce e da lui bisogna imparare ad «amare la Chiesa e i poveri».

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