Avvenire di Calabria

L’iniziativa ha lo scopo di offrire un’occasione di maggiore conoscenza del complesso contesto mediorientale

L’inizio del viaggio. Caritas, una delegazione reggina in Libano

Redazione Web

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Da Beirut - L’iniziativa ha lo scopo di offrire un’occasione di maggiore conoscenza del complesso contesto mediorientale, attraverso l’osservatorio privilegiato rappresentato dal Libano. Il paese dei cedri rappresenta, come noto, un possibile modello di convivenza pacifica che, ancora resiste dopo decenni di “guerra civile”, ma al tempo stesso vive un periodo di forti tensioni interne, a causa dei conflitti nei paesi confinanti e le gravi ricadute che inevitabilmente portano al loro interno, sotto la pressione delle grandi potenze regionali. E’ una visita volta ad approfondire, attraverso incontri, testimonianze e visite sul campo, i temi dell’intercultura e della convivenza tra religioni, dell’accoglienza dei rifugiati e la ricaduta sulla popolazione locale, il tema dei conflitti in corso in particolare in Siria e in Terra Santa, al fine di favorire una lettura più qualificata dello scenario sociale, ecclesiale e geopolitico, del Medio Oriente.

Un incontro specifico, con S.E. Mons. Aoun, incaricato per la Caritas all’interno della Conferenza Episcopale Libanese (Sinodo), Vescovo di Byblos, oggi pomeriggio ha avuto inizio la Missione in terra libanese. Presenti alcuni delegati delle Caritas Diocesane: Catania, Lodi, Prato, Roma e Reggio Calabria (Sac. Antonino Pangallo – Alfonso Canale), guidati da un Responsabile di Caritas Italiana.

S.E. Mons Aoun, da 6 anni Vescovo di Byblos, ha presentato la storia e l’attualità della Chiesa Cattolica in Libano, ha fatto scoprire il lavoro paziente, nuovo e minuzioso con i rifugiati. Il lavoro di costruzione per un futuro diverso, carico di speranza, con i giovani libanesi. Il presule ha raccontato della bellezza della diversità caratterizzato a una pluralità di chiese e riti e gli ottimi rapporti instaurati nelle relazioni umane.

A conclusione dell’incontro S.E ha lasciato con una forte provocazione: “La guerra civile noi l’abbiamo vissuta, sofferta, abbiamo asciugato lacrime, abbiamo fasciato ferite, consolato vedove. Per tutto questo noi non vogliamo altre guerre, nessuno di noi vuole la guerra".

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