Avvenire di Calabria

"Distrutto da un incendio a Natale scorso, quello di Lipa è divenuto il campo-simbolo dei migranti dell’est del sud est asiatico", un grido d'allarme lanciato all'Europa

Lipa, «il dramma del campo interroghi le coscienze»

Rosi Perrone *

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Lipa è una cittadina bosniaca al confine tra Bosnia e Croazia, nella quale da settimane è in corso un vero e proprio abbandono dei ‘nuovi profughi’ della rotta balcanica. Distrutto da un incendio a Natale scorso, quello di Lipa è divenuto il campo-simbolo dei migranti dell’est del sud est asiatico. Quasi mille profughi sono rimasti a lungo senza un riparo, nell'estremo nordovest della Bosnia-Erzegovina a ridosso della frontiera croata. Mentre le temperature raggiungevano anche i -15°, i migranti dormivano all’aperto o in edifici abbandonati, sprovvisti anche di una semplice coperta che li potesse proteggere dal gelo.
La fila per prendere un pezzo di pane nel campo era interminabile. Un tè caldo, una bottiglia d’acqua, uno yogurt, dei biscotti o delle scatolette di tonno. Il ‘premio’ per la sopravvivenza era ambito. La tensione si tagliava col coltello, uomini, donne e bambini, rassegnati e composti, in fila uno per volta, nel gelo più rigido che quest’inverno potesse presentare.
La situazione, poi, risulta essere ancora più grave visto il momento storico che stiamo vivendo: nelle tende, pare non ci sia nemmeno l’ombra di una mascherina, dispositivo di sicurezza di fondamentale importanza.
Immagini strazianti da togliere il fiato, che restituiscono il dolore e la sofferenza di famiglie e bambini, costretti a percorrere chilometri nel cuore dei boschi impervi e costretti ad accamparsi nella foresta senza alcun diritto e con la Bosnia, il cui esercito addirittura ha realizzato una tendopoli temporanea d' emergenza che fatica a contenere uomini e donne, vittime inermi del gelido inverno balcanico.
Il dramma del campo profughi di Lipa è una vergogna, e le istituzioni dell’Europa occidentale non possono cincischiare dinanzi ad uno truce scempio, che non tiene conto dei sacri crismi di umanità. In mille al gelo senza luce né voce.
Come hanno registrato tutti i media nazionali, addirittura una delegazione di eurodeputati PD è stata bloccata al confine, la quale ha dichiarato inaccettabile la condotta della polizia croata, chiedendo senza mezzi termini una presa di posizione della comunità internazionale e dell’Europa. Inoltre, la stampa internazionale, ha evidenziato la forza delle agenzie di volontariato e delle associazioni umanitarie, la cui straordinaria solidarietà è commovente ma non può essere sufficiente!
L’Occidente appiattito su una ‘non’ posizione, ha di fatto sollevato un ‘muro’ dai Balcani al resto del continente, ignorando il bisogno dalla speranza che accompagna mille disperati. E chi non si indigna? Molti! Ma necessita forza, posizionamento e soluzioni! Le nostre coscienze sono in subbuglio; e vedere tende strappate, teli di plastica, qualche lamiera o solo una coperta per potere combattere le tormente di neve, ci addolora, ci paralizza; ci fa sentire ‘colpevolmente’ impotenti. Il nostro animo si irrigidisce perché non possiamo accettare che quei valori di umanità e accoglienza ai quali si ispira l’Europa restino un avaro e superficiale spot per apparati ed establishment. L’Europa pare cristallizzata, spettatrice attonita chiusa in una bolla di attesa che non porta nella immediatezza a far valere l’autorità di una grande comunione di popoli; sembra basita dinanzi una triste pagina di storia, nella quale i più fortunati riescono a riscaldarsi con le macerie dei palazzi distrutti da una guerra di pochi anni fa. Una comunità internazionale forte ed autorevole avrebbe dovuto trovare immediate soluzioni ricordando che nei tempi molti popoli sono stati profughi; hanno sofferto il terrore, hanno patito la fame, e hanno assaggiato la morte. Ma soprattutto i molti popoli che hanno subito drammi hanno sempre avuto la grazia della solidarietà e del sostegno! Il rischio è che a Lipa oggi cali il buio del freddo attendismo attonito dell’occidente!

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