
2 giugno, parla Pino Aprile: «L’Italia, una Repubblica fondata su troppi divari»
Il giornalista e scrittore analizza le disuguaglianze e provoca: «Solo la secessione del Sud può cambiare le cose»
Pino Aprile è il giornalista e scrittore pugliese che da un decennio ormai sta riscrivendo la storia del Sud Italia. Il suo ultimo libro, uscito lo scorso anno, si chiama “L’Italia è finita, e forse è meglio così”. Un ‘idea tristemente “profetica”, vista la proposta di legge del “regionalismo differenziato”?
Dottor Aprile, un ennesimo colpo all’unità nazionale?
Non l’ennesimo ma l’ultimo, è il colpo di grazia. Con una serie di indegni trucchi incostituzionali, loro vorrebbero trattenere sul territorio i 9 decimi di tutte le tasse pagate dai residenti, facendo così figurare anche tasse statali come «regionali». In altre parole, i cittadini italiani pagano le stesse tasse allo Stato centrale sia in Calabria che in Veneto. Quello che loro vogliono fare è rubare questi soldi, trattenerli nelle loro regioni. È un furto. Se lo stesso criterio forre esteso, Milano – che è la città più ricca della Lombardia – potrebbe fare lo stesso ragionamento con la propria regione. È una follia.
Insomma, passa sempre di più l’idea che chi produce non ha il dovere di contribuire?
Ma quale produzione! Questi hanno creato una mitologia sul fatto che loro producono: loro rubano! Figurano più produttivi di quello che sono. Le regioni del Nord ricevono e sperperano la stragrande maggioranza dei fondi pubblici, e in più go- dono di finanziamenti! Le grandi opere sono tutte al Nord, mentre a ogni meridionale vengono destinati circa 4300 euro in meno all’anno. Gli investimenti del Nord sono finanziati coi soldi del resto del Paese: il gettito fiscale nazionale proviene per il 50% dalle regioni settentrionali, per circa un quarto dal Centro e per circa un quarto dal Sud. Significa che la metà delle infrastrutture la paghiamo noi. Sono trucchi da prestigiatore.
Mentre al Sud mancano gli investimenti...
Ma certo! Vada a guardare il costo delle grandi opere: il Mose non funziona ed è costato 6 miliardi, un chilometro di strada in Veneto costa 5 volte quanto costa in Spagna. Chi se li frega questi soldi? I meridionali cattivi? Non può essere, perché qui le strade non le fanno proprio. È un’operazione di depredamento: mi sa dire perché il petrolio estratto in Sicilia e Basilicata, fiscalmente risulta estratto in Lombardia? Con questo trucco delle sedi fiscali, il Nord si frega miliardi in risorse del Sud.
Qual è la soluzione a questo sistema?
Non c’è soluzione. La soluzione è l’equità o la secessione. A questo punto, forse, la secessione converrebbe a noi perché senza ladri in casa si sta meglio.
E le forze politiche che al Sud hanno stravinto le elezioni, come il Movimento 5 Stelle?
Hanno vinto la lotteria e hanno perso il biglietto. Quello che hanno fatto in pochi mesi è devastante per il loro elettorato. Hanno consegnato il Paese alla Lega, riportando al governo i peggiori nemici del meridione. Ci sono, all’interno del Movimento delle frange minoritarie che possono tenere in piedi una speranza, ma sono pochi.
Il giornalista e scrittore analizza le disuguaglianze e provoca: «Solo la secessione del Sud può cambiare le cose»
Con il giornalista e scrittore parliamo di Sud, disuguaglianze e diritti negati. Un’analisi senza retorica sulla distanza tra i princìpi costituzionali e la realtà vissuta da milioni di cittadini nel Mezzogiorno
Arriva oggi nell’aula del Senato il disegno di legge sull’Autonoma differenziata. Vi proponiamo una serie di considerazioni raccolte, negli ultimi mesi, dalla nostra redazione.
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