Avvenire di Calabria

Il giornalista pugliese non usa mezzi termini. La proposta di legge sarebbe la pietra tombale sull’unità nazionale

Lo scrittore Pino Aprile: «Regionalismo differenziato è un furto»

Redazione Web

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Pino Aprile è il giornalista e scrittore pugliese che da un decennio ormai sta riscrivendo la storia del Sud Italia. Il suo ultimo libro, uscito lo scorso anno, si chiama “L’Italia è finita, e forse è meglio così”. Un ‘idea tristemente “profetica”, vista la proposta di legge del “regionalismo differenziato”?

Dottor Aprile, un ennesimo colpo all’unità nazionale?

Non l’ennesimo ma l’ultimo, è il colpo di grazia. Con una serie di indegni trucchi incostituzionali, loro vorrebbero trattenere sul territorio i 9 decimi di tutte le tasse pagate dai residenti, facendo così figurare anche tasse statali come «regionali». In altre parole, i cittadini italiani pagano le stesse tasse allo Stato centrale sia in Calabria che in Veneto. Quello che loro vogliono fare è rubare questi soldi, trattenerli nelle loro regioni. È un furto. Se lo stesso criterio forre esteso, Milano – che è la città più ricca della Lombardia – potrebbe fare lo stesso ragionamento con la propria regione. È una follia.

Insomma, passa sempre di più l’idea che chi produce non ha il dovere di contribuire?

Ma quale produzione! Questi hanno creato una mitologia sul fatto che loro producono: loro rubano! Figurano più produttivi di quello che sono. Le regioni del Nord ricevono e sperperano la stragrande maggioranza dei fondi pubblici, e in più go- dono di finanziamenti! Le grandi opere sono tutte al Nord, mentre a ogni meridionale vengono destinati circa 4300 euro in meno all’anno. Gli investimenti del Nord sono finanziati coi soldi del resto del Paese: il gettito fiscale nazionale proviene per il 50% dalle regioni settentrionali, per circa un quarto dal Centro e per circa un quarto dal Sud. Significa che la metà delle infrastrutture la paghiamo noi. Sono trucchi da prestigiatore.

Mentre al Sud mancano gli investimenti...

Ma certo! Vada a guardare il costo delle grandi opere: il Mose non funziona ed è costato 6 miliardi, un chilometro di strada in Veneto costa 5 volte quanto costa in Spagna. Chi se li frega questi soldi? I meridionali cattivi? Non può essere, perché qui le strade non le fanno proprio. È un’operazione di depredamento: mi sa dire perché il petrolio estratto in Sicilia e Basilicata, fiscalmente risulta estratto in Lombardia? Con questo trucco delle sedi fiscali, il Nord si frega miliardi in risorse del Sud.

Qual è la soluzione a questo sistema?

Non c’è soluzione. La soluzione è l’equità o la secessione. A questo punto, forse, la secessione converrebbe a noi perché senza ladri in casa si sta meglio.

E le forze politiche che al Sud hanno stravinto le elezioni, come il Movimento 5 Stelle?

Hanno vinto la lotteria e hanno perso il biglietto. Quello che hanno fatto in pochi mesi è devastante per il loro elettorato. Hanno consegnato il Paese alla Lega, riportando al governo i peggiori nemici del meridione. Ci sono, all’interno del Movimento delle frange minoritarie che possono tenere in piedi una speranza, ma sono pochi.

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