Tra viaggi per l’Italia, summer school, convegni e seminari. La storia d’eccellenza di una dottoranda decisa a "rimanere"
L’università Mediterranea, «un’oasi in mezzo al deserto»
Manuela Vinai
4 Novembre 2020
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di Domenica Romeo* - Mi chiamo Domenica Romeo, ho 26 anni e la mia storia inizia a Reggio Calabria, città difficile e spesso povera di opportunità. In tale contesto si erge un’oasi nel deserto: l’Università Mediterranea, della quale mi sono innamorata ormai 8 anni fa. Tutto ebbe inizio con il corso di laurea triennale in Scienze Economiche ed il primo titolo conseguito nel 2015 con il massimo dei voti. A quest’ultimo fece seguito la laurea magistrale in Economics nel 2017, in occasione della quale ho ricevuto la menzione per la pubblicazione di una parte della tesi da me redatta. Quello che agli occhi di molti poteva sembrare la fine di un percorso si è rivelato il raggiungimento della prima meta da me perseguita. Il mio cammino doveva proseguire e mi trovai per la prima volta a scegliere una tra le strade che mi si presentavano davanti. Infatti, nel corso della specialistica ebbi l’opportunità di svolgere un tirocinio a Milano presso un’azienda di consulenza, che mi offrì la possibilità di uno stage da svolgere una volta terminati gli studi. Nonostante l’allettante proposta, la mia passione per la ricerca, emersa durante la stesura della tesi, mi spinse ad intraprendere una strada tanto lunga quanto gratificante quale è quella del dottorato. Così vinsi il concorso classificandomi come prima ed iniziai la mia attività di ricerca nel campo dell’Economia Sperimentale applicata alla sanità. Cominciarono i miei viaggi per l’Italia e tra Summer Schools, convegni e seminari iniziai ad immergermi sempre di più nel mondo accademico. Proprio in occasione di queste summer school ottenni un primo riconoscimento in denaro da destinare all’attività di ricerca a cui mi dedicavo. Concluso il primo anno di dottorato, ancora una volta mi ritrovai di fronte all’ennesima scelta e all’ennesimo bivio. Spinta dal mio tutor, il professore Massimo Finocchiaro Castro e supportata dal direttore di dipartimento professore Massimiliano Ferrara, decisi di trascorrere un anno all’estero presso l’Università di Nottingham. Frequentai un Master in Behavioural Economics e conseguii il titolo con il massimo dei voti. Il mio viaggio non era ancora finito e, benché la media dei voti mi permettesse di proseguire il dottorato nel Regno Unito, scelsi di rientrare a Reggio Calabria, la mia città. Continuaii la mia attività di ricerca grazie alla collaborazione con il Grande Ospedale Metropolitano Bianchi Melacrino Morelli di Reggio Calabria che, sulla base di un accordo quadro, mi permise di entrare all’interno dei reparti per condurre i miei esperimenti. Dal primo di essi nacque il lavoro ‘Assessing relational coordination in the health sector: an experimental approach’, che mira a verificare, attraverso un approccio sperimentale, in che misura i medici si coordinino in ambito ospedaliero nella scelta della terapia più adeguata da somministrare al paziente. Tale lavoro ottenne il secondo premio dalla SABE (Society for the Advancement of Behavioral Economics) rivolto ai giovani ricercatori di tutto il mondo, che mira a coinvolgere gli studenti nelle attività di policy finalizzate a rendere il mondo in cui viviamo un luogo più sicuro. Ad oggi, quindi, proseguo la mia attività di ricerca volta a testare la coordinazione del personale sanitario in periodo di COVID, non trascurando al contempo la didattica. Mi accingo a concludere il Dottorato nella speranza che la mia storia d’amore con l’Università Mediterranea continui ancora a lungo.
*Dottoranda di Diritto ed Economia del DiGiES della Mediterranea di Reggio Calabria
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