
Reggio Calabria, impegno per i detenuti: intesa arcidiocesi – carcere
L’intesa siglata questa mattina presso la sala “Monsignor Giovanni Ferro” della diocesi reggina tra l’arcivescovo Morrone e il direttore degli istituti penitenziari Carrà.
La devozione del popolo reggino verso la Madonna della Consolazione, è davvero singolare. Sono tantissime le persone che, durante l’anno, salgono, alla spicciolata o in gruppo, al Santuario dell’Eremo per sostare un po’ con Lei e chiedere una carezza consolatrice per sé o per i propri cari.
Si rivivono, in questo commovente pellegrinaggio, i momenti più significativi della storia del popolo reggino, specie quelli meno felici, durante i quali la Vergine ha svolto un ruolo così premuroso e provvidenziale che il popolo reggino l’ha voluta eleggere sua Patrona e protettrice.
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«Quel viso dolcissimo e teneramente materno della Vergine seduce ed incanta da sempre chiunque lo incontra, provocando emozioni indimenticabili» scrive non a caso lo storico e frate cappuccino, padre Giuseppe Sinopoli. Ma quale storia si cela dietro l’Effige ancora oggi venerata? Nel 1547 il nobile Camillo Diano commissiona al pittore Niccolò Andrea Capriolo la riproduzione dell’immagine della Madonna su tavole telate di dimensioni più grandi, così come le conosciamo oggi.
È il 1576 quando «il morbo della peste contagia la città di Reggio». Nel 1577 «l’annuncio della cessazione della peste è dato dalla Madonna della Consolazione a fra Antonino Tripodi. Religioso di santa vita, fu invitato a recarsi dall’autorità cittadina per un pellegrinaggio di ringraziamento alla chiesa dell’Eremo. Nella circostanza si offre un grosso cero alla Madonna. Nel 1592 «le Autorità cittadine, con atto pubblico, deliberano che la festa del 21 novembre in onore della Madonna della Consolazione sia festa cittadina».
PER APPROFONDIRE: Madonna della Consolazione, ecco i dettagli del programma della festa
Nel 1783 quando un tremendo terremoto provoca ingenti danni in Calabria, distruggendo città e centri rurali. Le testimonianze storiche tramandano che il venerabile padre Gesualdo e il padre Votano si recavano nei paesi e nei villaggi per invitare alla conversione penitenziale i popoli. Ciò per ottenere dal Signore la liberazione di tale drammatico evento. I morti nella città di Reggio ammontano a soli diciannove. Più di un secolo dopo, arriva il flagello del 1908. «Si erige una baracca, accanto alla chiesa distrutta». Nel 1911 il venerato Quadro, dalla Chiesa cattedrale baraccata, torna all’Eremo ricostruito. È il 1930 quando l’Effige della Madonna della Consolazione viene accompagnata in processione in Cattedrale. Diventa Patrona e Protettrice.
L’intesa siglata questa mattina presso la sala “Monsignor Giovanni Ferro” della diocesi reggina tra l’arcivescovo Morrone e il direttore degli istituti penitenziari Carrà.
Preghiera e rinnovato impegno hanno accompagnato la Giornata voluta dall’arcidiocesi e dal comune di Reggio Calabria per ricordare le anime dei 45 naufraghi accolti in riva allo Stretto sette anni fa.
Il momento di sintesi e condivisione del percorso intrapreso sarà ospitato alle 18 presso l’Auditorium della Scuola allievi Carabinieri del rione Modena.