Avvenire di Calabria

Si celebra oggi la Giornata nazionale per la vita, occasione per rinnovare un impegno condiviso per tutelare e promuovere il dono più prezioso concesso all'umanità

Marina Casini: «Difendere la vita, scelta e responsabilità»

La presidente del Movimento per la Vita richiama all’importanza dei testimoni credibili e alla necessità di un dialogo costruttivo con i giovani per difendere la dignità umana

di Davide Imeneo

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Dall’importanza dei testimoni per le nuove generazioni, al dibattito su aborto ed eutanasia, fino alla promozione di una cultura della Vita come dono e responsabilità: sono solo alcuni dei temi affrontati con Marina Casini, presidente nazionale del Movimento per la Vita, in questa intervista esclusiva rilasciata ad Avvenire di Calabria, in occasione della Giornata nazionale per la Vita 2025 che si celebra oggi.

Nell’odierno contesto culturale, tanti giovani crescono in un clima di incertezza, anche rispetto al senso della vita e alla famiglia. Come avvicinare le nuove generazioni a un’idea di vita come dono e responsabilità?

«L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni», diceva papa Paolo VI. È una frase che mi ha ricordato qualche tempo fa una studentessa raccontando le sue fatiche e i suoi errori, le sue amarezze e le sue delusioni, quasi a dire che, se avesse incontrato almeno un testimone credibile, la sua vita sarebbe stata migliore.



La stessa frase l’ha detta un giovane che ha partecipato alla Gmg a Lisbona, incuriosito dalla mostra Eroi per la Vita (Giovanni Paolo II, madre Teresa di Calcutta, Gianna Beretta Molla, Jérôme Lejeune, Sophie Scholl, re Baldovino, Carlo Casini), promossa e organizzata dalla Federazione Europea One of Us.


PER APPROFONDIRE: Giornata per la vita, gli appuntamenti a Reggio Calabria


Questo per dire che il vero punto di attrazione per aiutare i giovani a comprendere la vita come dono e responsabilità siano i testimoni: persone autentiche, coerenti e dotate di un carisma. Coloro, cioè, la cui vita rispecchia le parole anche a costo di grandi sacrifici; che sanno donare “occhi di speranza” che vedono oltre gli ostacoli. In base all’esperienza nel Movimento per la Vita, per i giovani è fondamentale incontrarsi con un ideale grande che dia loro il senso della vita, la gioia di vivere e quindi di comprendere la vita come dono e responsabilità, superando le inevitabili difficoltà della vita, facendoli sentire protagonisti, capaci di prendere in mano la propria vita e di farne un capolavoro, come diceva san Giovanni Paolo II.

Il dibattito pubblico su temi come l’aborto e l’eutanasia è spesso polarizzato e ideologico. In che modo è possibile promuovere un dialogo costruttivo, oltre le contrapposizioni, per favorire un autentico discernimento sulla questione della vita?

Bisogna pensare che i tempi sono lunghi, non c’è da illudersi. Franchezza e amore, tenacia operosa. Fiducia che nel cuore dell’uomo è impresso il Vangelo della Vita.

Quali sono, a suo avviso, le criticità principali che i cattolici devono affrontare oggi per difendere e promuovere la vita in tutti i contesti sociali?

Tanto per cominciare ci sono criticità interne (vedi rotture di cui non faccio nomi, difficoltà a stare uniti, accenti diversi sul tema della vita, incomprensione della centralità politica del diritto alla vita) e criticità esterne date da una cultura ostile, che però non deve scoraggiare.

Partendo dal tema scelto per la Giornata per la Vita 2025, qual è il messaggio principale che il Movimento per la Vita desidera lanciare quest’anno a credenti e non credenti?

Sarebbe bello che fosse conosciuto e vissuto l’appello al popolo della vita scritto da mio padre, Carlo Casini. È un appello che dona speranza e che esorta a costruire la civiltà della verità e dell’amore: «L’amore verso la Vita si manifesta in primo luogo con la solidarietà concreta verso le persone. È indispensabile anche la parola che salva e che moltiplica la solidarietà, ma, a sua volta, la parola è resa credibile dalla solidarietà concreta. Un autentico amore per l’uomo è indivisibile. Si potrebbe parafrasare san Giovanni: "Chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede" (1 Gv 4,20): non può amare veramente l’uomo non nato chi non ama l’uomo nato. Il valore della Vita è la prima pietra di un generale rinnovamento civile e morale».

«Va affermata la centralità politica del diritto alla Vita. Riconoscere il valore della Vita dal concepimento alla morte naturale ricostruisce in termini corretti il concetto di laicità. L’impegno per la Vita non guarda al passato, ma al futuro: si tratta di portare al compimento un moto storico di liberazione che nel nostro tempo è chiamato a confrontarsi con la dignità umana sulle frontiere estreme della Vita. Non rassegnarsi significa accettare l’inevitabile gradualità degli obiettivi di volta in volta perseguiti, nella logica del massimo bene raggiungibile “qui ed ora”. L’impegno per il diritto alla Vita non alza barricate, ma costruisce ponti per l’incontro e varchi per il dialogo. Il linguaggio e le azioni per la Vita devono suscitare simpatia per la verità, che comunque non deve mai essere taciuta, nella fiducia che il valore della Vita è presente, nonostante ogni contraria apparenza, nella mente e nel cuore di tutti. È necessaria l’unità strategica, cioè operativa, di tutti coloro che intendono difendere e promuovere il valore della Vita umana».

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