Diocesi: Trapani, il 12 dicembre convegno storico sulla figura dell’arcivescovo Salvatore Asta a 20 anni dalla morte
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“Promuovere il ruolo del tutore volontario e facilitare l’esercizio delle sue funzioni attraverso lo sviluppo della rete dei soggetti istituzionali che si occupano di accoglienza di minori stranieri non accompagnati (Msna)”. È questo l’obiettivo della nuova edizione del progetto di monitoraggio della tutela volontaria che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ha appena avviato in attuazione dei compiti attribuiti dalla legge n. 47 del 2017.
L’iniziativa, finanziata con le risorse europee del Fondo asilo, migrazione e integrazione (Fami) gestito dal Ministero dell’Interno, verrà attuata in partenariato con Fondazione Don Calabria per il sociale Ets, il Coordinamento nazionale comunità accoglienti (Cnca) e l’Istituto psicoanalitico per le ricerche sociali Ets (Iprs), individuati all’esito di una procedura di co-progettazione ad evidenza pubblica.
“Nel riprendere il progetto di monitoraggio – spiega l’Autorità garante, Carla Garlatti – questa volta abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul rafforzamento della figura del tutore volontario per diffonderne la conoscenza e facilitare il suo compito nella relazione con i diversi soggetti con i quali si rapporta. Si tratta di un aspetto molto importante perché l’esperienza fatta negli scorsi anni ci ha permesso di comprendere che il ruolo del tutore non è ancora ben chiaro e che occorre investire sulla costruzione di sinergie nei diversi territori”.
In tale contesto, in questa nuova edizione del progetto assume un valore significativo il diretto coinvolgimento delle associazioni dei tutori volontari che avranno il ruolo di far emergere gli aspetti dell’esercizio della funzione che richiedono maggiore attenzione e di facilitare la crescita della rete istituzionale.
La costruzione di un legame con il territorio e con le istituzioni locali sarà favorita inoltre dall’attivazione delle Unità operative locali (Uol) – formate da esperti in ambito giuridico e psicosociale – e dal coinvolgimento fattivo dei comuni. Il tutto nell’ottica di rendere sempre più efficiente la relazione tra tribunali per i minorenni, garanti regionali e delle province autonome, comunità di accoglienza, famiglie affidatarie e tutori volontari.
Questi i risultati che il progetto vuole ottenere: “Una migliore conoscenza dello stato di attuazione del sistema di tutela volontaria in Italia; una sistematizzazione delle attività dei tribunali per i minorenni e una riduzione dei tempi di nomina dei tutori volontari e di aggiornamento dei dati; una maggiore sensibilità rispetto ai diritti dei minori stranieri non accompagnati; il potenziamento dei servizi territoriali che si occupano di tutela volontaria (comuni, ambiti territoriali); il rafforzamento delle relazioni tra associazioni di tutori volontari e istituzioni; il miglioramento delle potenzialità del sistema e degli standard di protezione dei minorenni stranieri privi del sostegno familiare; maggiori opportunità di scambio a livello europeo”.
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