Avvenire di Calabria

In vista dell'avvio del nuovo percorso formativo, che sarà inaugurato giovedì nella diocesi di Reggio-Bova, abbiamo intervistato il direttore

Reggio Calabria, monsignor Salvatore Santoro: «Vi spiego cos’è la Scuola biblica Paolina»

Il sacerdote e biblista reggino racconta genesi, obiettivi e speranze di un progetto volto a riscoprire la figura di San Paolo e il suo insegnamento ancora attuale

di Redazione Web

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Monsignor Salvatore Santoro, sacerdote reggino e biblista, coordinerà la Scuola biblica paolina. Da circa un anno coordina un’équipe incaricata di realizzare l’intuizione dell’arcivescovo Morrone. È lui stesso a illustrare genesi e obiettivi di questo nuovo percorso formativo, pronto a prendere il via in riva allo Stretto. Giovedì 12, l'appuntamento alla Scuola Allievi Carabinieri con la prolusione del cardinale José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede.

Quale valore aggiunto porterà la Scuola Paolina alla arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova?

È difficile poter immaginare con certezza quale sia il valore aggiunto che l’itinerario della Scuola diocesana Paolina potrà portare alla comunità diocesana della Chiesa di Reggio Bova. Ecco perché auspico più di un valore aggiunto e immagino sia anche il desiderio del vescovo.

🎙️Per ulteriori contributi ascolta l'episodio del podcast "Good Morning Calabria" sulla Scuola Biblica Paolina con monsignor Salvatore Santoro 👇

Posso dire però con certezza qual è il valore aggiunto per chi vorrà accogliere la possibilità di conoscere meglio la vicenda umana e spirituale di quest’uomo, Paolo di Tarso, che davvero possiamo definire un crocevia di relazioni, paradigma di una fede pensata, messa in discussione; è quello di una fede che si apre alla “dialogicità”; che, prima ancora che nutrirsi di contenuti di tipo dogmatico, attiva la curiosità - nel senso più nobile e più bello del termine - della mente e del cuore, e si orienta verso la ricerca del volto di una persona, che è quello di Gesù.


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Non sappiamo se Paolo abbia mai incontrato il Gesù storico, ma certamente la sua vita cambia dopo l’incontro con il Cristo della fede. Però Paolo incontra il Cristo della fede attraverso la Chiesa; e il Kyrios, il Cristo risorto, cambiala sua vita di uomo, prima che di credente. È questo il valore aggiunto della Scuola: l’incontro con Cristo, “speranza che non delude” (Rm5,5). Mi piace prendere questo riferimento perché è il titolo della bolla d’indizione del Giubileo che il Papa ci ha donato, Spes non confundit. Ecco: Cristo è la speranza che non delude. La scuola Paolina per la comunità di Reggio- Bova diventa, quindi, opportunità non solo per co le nostre radici di Chiesa fondata da Paolo, ma anche per riscoprire il valore di una fede pensata, dialogata, anche sofferta; una fede che, attraverso il Risorto, diventa missionaria, in uscita.

Come è nata l’idea di creare questa scuola e quali sono stati i passi principali nella sua realizzazione?

L’idea della scuola diocesana Paolina è nata dal vescovo Fortunato, che l’ha maturata riflettendo sulle radici apostoliche della nostra Chiesa, come ha spiegato nella sua lettera pastorale Al passo di Gesù. L’estate dello scorso anno mi chiamò per condividere con me questa sua intuizione: costituire una “scuola” ispirata alle radici paoline della nostra Chiesa; scuola non nel senso accademico del termine, ma latino, cioè un itinerario che partisse proprio dall’esperienza umana e di fede di Paolo.


PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, la prolusione del cardinale José Tolentino de Mendonça “apre” la Scuola biblica paolina


Dopo diversi incontri e riflessioni, abbiamo costituito un’équipe con teologi, professori delle università di Reggio e Messina e esperti di comunicazione ed educazione, per definire gli obiettivi della scuola. Si tratta, dunque, di una opportunità per quanti desiderino conoscere Paolo come paradigma di fede e di relazioni. L’intento è coinvolgere tutta la comunità comprese le istituzioni culturali, quelle civiche ed amministrative, i giovani, le scuole - per far conoscere, attraverso Paolo di Tarso, l’originalità, la bellezza e le grandi opportunità che la nostra Chiesa possiede.

Come la Scuola Biblica Paolina intende promuovere il dialogo tra fede e cultura contemporanea?

La fede di Paolo è una fede che si incarna nelle agorà, nelle piazze. Una fede trasmessa col cervello, col cuore, ma anche con le mani e con i piedi; una fede che si mette in cammino. Paolo porta Cristo, “speranza che non delude”, all’umanità, rispondendo alle sue domande e sfide. Conoscere Paolo, a prescindere dalla propria dimensione confessionale, è un’opportunità non solo sul piano del dialogo interreligioso ed ecumenico, ma anche per esplorare il senso della vita. Come dice Ireneo, «la gloria di Dio è l’uomo che vive», e Paolo ci insegna a trovare Dio nelle dinamiche della vita.

Cosa può dire San Paolo alle donne e agli uomini di oggi?

Nella lettera ai Galati Paolo scrive: «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi». Ecco, se dovessi riassumere cosa può dire Paolo agli uomini e alle donne del nostro tempo direi così: chi incontra Cristo trova il fondamento vero della sua libertà e questa libertà, che è esperienza di liberazione, di salvezza, di gioia condivisa, poi non può che diventare esperienza di comunione - così è la Chiesa - ma anche di missione - così è il desiderio dell’incontro con tutti - e di speranza; appunto: una “speranza che non delude”.

Équipe multidisciplinare: ecco chi sono i componenti

La Scuola Biblica Paolina è un progetto formativo e divulgativo che valorizza le “radici paoline” dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Il percorso, ideato dall’équipe diocesana sotto la guida di monsignor Santoro, coinvolge sacerdoti, laici, biblisti, docenti universitari, esperti in Patrologia e Storia della Chiesa, nel campo della Psicopedagogia e dell’Arte, ma anche educatori giovanili, esperti di comunicazione e nuovi media.


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L’equipe è costituita da: Sor. Aronica Maria Concetta; Sac. Battaglia Angelo; Prof.ssa Buffon Maria Grazia; Prof. Cananzi Daniele; Prof. Fortuna Daniele; Prof.ssa Monaca Mariangela; Sac. Ripepi Stefano; Sac. Saraceno Giuseppe, pfi; Sac. Triulcio Pasquale, pfi; Sac. Davide Imeneo.

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