Avvenire di Calabria

L'arcivescovo di Reggio Calabria - Bova ha tracciato le linee-guida per l'anno pastorale della diocesi

Morosini: «Alimentare i percorsi di cittadinanza responsabile»

Redazione Web

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Proseguire il cammino formativo sulla cittadinanza responsabile: parte da questi assunti, la lettera che monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria - Bova ha rivolto a sacerdoti, operatori parrocchiali e associazioni di ispirazione cattolica all'indomani della conclusione del consueto Convegno pastorale che annualmente apre i festeggiamenti della Madonna della Consolazione, patrona della città, nonché traccia le linee guida per l'intero anno della diocesi di fondazione paolina.

 
Monsignor Morosini si è particolarmente soffermato - in apertura della sua missiva - sulla relazione del professor Luigi Alici che ha illustrato la crisi antropologica attuale che tende a «distaccare» le persone da quei valori che sono fondanti per la Dottrina sociale della Chiesa. Una confusione "cavalcata" dalla «tentazione populista dilagante non solo in Italia» il cui risultato è la «contrapposizione di egoismi». Per superare queste criticità, secondo Alici, la parola-chiave è «fraternità» che parte dalla dilatazione dell'orizzonte relazionale, dalla sfida del multiculturalismo e dal rapporto intergenerazionale.
 
Altrettanto interessante è stato la relazione del professor Rosina che, invece, ha approfondito le cause della crisi democratica nel nostro Paese. A crollare, secondo l'accademico, sono le aggregazioni sociali, comunità cristiane comprese. Il problema è che «non ci si sente parte di un tutto» e il risultato più evidente è il disinteresse verso la politica. «Così - ha detto Rosina - il Paese sta perdendo fiducia in sé stesso». Ma cosa può fare il laicato reggino in questo contesto? Essere convinti che il bene dell'altro è anche il mio bene potrebbe rappresentare un assioma da condividere nei gruppi parrocchiali al pari di testimoniare alle nuove generazione che è possibile un cambiamento nelle nostre realtà.
 
Dopo che anche i laboratori hanno discusso su quanto dettagliato da Alici e Rosina, nonché elaborato le loro proposte contenute nelle sintesi consegnate all'arcivescovo, lo stesso Morosini ha voluto individuare cinque piste di riflessione.
 
La prima indica la possibilità di rinnovare le strutture di comunione, inserendo più giovani nei ruoli direttivi. La seconda auspica che aumentino le esperienze di dibattito interno alle parrocchie sui temi della coscienza civica e della difesa dell'ambiente. Terza pista indicata dal presule è quella relativa a una rieducazione alla Dottrina sociale della Chiesa con un'idea: formare un'éequipe itinerante per le comunità del territorio diocesano. E ancora: sulla morale come proporre meglio il messaggio evangelico?
 
Poi l'intenzione di interpretare in modo nuovo il ruolo del laico in politica: come dialogare con partiti e candidati? E in particolare (sesta pista) come porsi dinnanzi a populismi e sovranismi. Occorre intervenire per evitare che si venga travolti da questa visione della politica? Ultimo, non per importanza, è uno spunto sulla presenza della 'ndrangheta che condiziona la vita socio-economica del territorio sulla quale monsignor Morosini chiede uno «scatto in avanti» rispetto alla libertà e all'onestà coraggiosa.

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