
Con Maria Ausiliatrice è festa del “Grazie” nella speranza
Sabato 24 maggio all’Istituto FMA di Modena la tradizionale celebrazione mariana quest’anno nel segno del Giubileo
È morto monsignor Antonio Cantisani, arcivescovo emerito di Catanzaro-Squillace. La notizia è di questi minuti: il presule, originario di Lauria (Potenza), aveva 94 anni.
Ordinato sacerdote nel 1949. Dal 1971 al 1980 è stato arcivescovo di Rossano - Cariati. Il 31 luglio dello stesso anno è stato trasferito a Catanzaro. Contemporaneamente, guidò la diocesi di Squillace di cui fu l'ultimo vescovo prima dell'unione nell'attuale arcidiocesi di Catanzaro-Squillace che servì fino al 2003 quando rassegnò le dimissioni per raggiunti limiti d'età. Il suo motto episcopaleera "Evangelizo vobis gaudium magnum".
Per vent'anni membro del Consiglio permanente della Cei, prima come presidente della Commissione per le migrazioni e poi, dal 1995 fino al 2002, come presidente della Conferenza episcopale calabra (Cec).
Autore di diversi saggi, tra cui "Un tempo nel mistero della Chiesa" e "La Parola non può fermarsi" che tratteggiano in modo significativo il suo magistero. Recentemente aveva dato alle stampe un libro sulla storia dell'arcidiocesi di Catanzaro-Squillace di cui era arcivescovo emerito.
Le esequie si terranno domani, alle 17, presiedute dall'arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, nella Basilica dell'Immacolata a Catanzaro.
Commentato la dipartita, monsignor Bertolone ha detto: «Per l'opera pastorale ed il servizio svolti, per l'amore e la passione che ne hanno caratterizzato il ministero, eleviamo preghiere di ringraziamento alla Santissima Trinità, che ha suscitato per noi e in mezzo a noi, la bell’anima del vescovo Antonio».
Proprio l'ultima opera di Cantisani, pubblicata ad inizio 2021, è stata letta come un atto d'amore per la Chiesa di Catanzaro-Squillace. Lo stesso presule lucano scrive della "sua" Catanzaro come una «Sposa, dunque, la Chiesa, e, nonostante tutto, Sposa bella». E ancora: «Sarà però senza rughe e senza macchie solo alla fine dei tempi. Oggi, perché raggiunga il suo fine ha bisogno della cooperazione di tutti i membri, libero costruttori di storia».
Cantisani, nel libro-testamento, ha sottolineato l'impegno necessaro: «È, in fondo, un problema di corresponsabilità. Nessun fedele può tirarsi indietro. Tutti dovranno farsi carico appassionatamente dell’edificazione di una Chiesa che assicuri davvero la presenza liberante di Cristo nella storia».
Sabato 24 maggio all’Istituto FMA di Modena la tradizionale celebrazione mariana quest’anno nel segno del Giubileo
Una raccolta di racconti e testimonianze restituisce il volto sereno e accogliente di don Nuccio
In un articolo apparso nel settembre del 1960 sul supplemento del settimanale diocesano, l’intellettuale laica propone un ritratto spirituale e culturale dell’indimenticato vescovo, ancora oggi capace di parlare alla Chiesa e alla società.