
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
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Si celebra oggi la giornata internazionale della protezione dei dati. Il Consiglio d'Europa nel 2006 ha deciso ha deciso di istituire la Giornata della protezione dei dati da celebrare ogni anno il 28 gennaio. Una data scelta non a caso.
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La Giornata internazionale della protezione dei dati ricorre il 28 gennaio. In quella data, 41 anni fa, a Strasburgo venviva aperta la firma del tripo trattato internazionale vincolante sullaprotezione dei dati personali: la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione delle persone rispetto al trattamento automatizzato di dati a carattere personale. Convenzione nota come "Convenzione 108".
La Giornata internazionale della protezione dei dati è occasione per riflettere sui rischi associati alla protezione dei dati personali. Generalmente, le persone non li conoscono. Così come non conoscono i loro diritti. Raramente, inoltre, sono consapevoli di ciò che possono fare se ritengono che i proprio diritti siano violati o del ruolo delle agenzie nazionali di protezione dei dati.
Oggi i propri dati personali, rispetto a 40 anni fa, sono maggiormente vulberabili, soprattutto per la possibilità possano circolare in rete.
In occasione della Giornata internazionale della protezione dei dati personali, l'Eurostat ha diffuso un reporto che fotografa proprio un aspetto particolare del comportamento degli europei quando si mettono a navigare in rete. Il 53% degli utenti di internet ha rifiutato il consenso all’utilizzo dei dati personali per la pubblicità quando si è messo a navigare sui siti on line per scopi privati; il 48% ha limitato o rifiutato l’accesso alla propria posizione geografica; il 40% ha limitato l’accesso al proprio profilo o a contenuti sui siti di social network o su archivi online condivisi. È solo il 39% che ha letto le informative sulla privacy prima di fornire i dati personali e solo il 36% ha verificato che il sito web a cui ha fornito i propri dati personali sia sicuro.
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La percentuale di persone che ha gestito su internet i propri dati personali nel 2021 varia da un massimo del 91% di abitanti nei Paesi Bassi e Finlandia, seguite dall’89% in Portogallo, fino al minimo del 56% in Romania. Alle posizioni più basse della classifica ci sono anche Polonia (59%) e Slovenia (61%). In Italia la fetta è di circa il 70%, mentre la media europea è poco inferiore all’80%.
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
L’arcivescovo e il magistrato hanno preso parte ad un incontro sul tema a conclusione del percorso “Maratona della Legalità” che ha visto coinvolti gli studenti del Liceo di Scienze Umane.
L’emendamento a firma del deputato azzurro e di altri colleghi di partito ha ottenuto l’ok delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro. La soddisfazione del vice capo gruppo di Forza Italia.