Nuovi cardinali: Cei, «grati a Papa Francesco per aver chiamato quattro confratelli»
Nuovi cardinali: Cei, “grati a Papa Francesco per aver chiamato quattro confratelli”
Quest'oggi, nella domenica che precede la Festa di Gesù Cristo Re dell’Universo, si celebra la 7a edizione della Giornata Mondiale dei Poveri, proposta per la prima volta nel 2017 e voluta fortemente da Papa Francesco per sollecitare la Chiesa a “uscire” per incontrare la povertà nelle molteplici accezioni in cui si manifesta nel mondo di oggi.
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«Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7) è il tema del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata 2023, “un appuntamento – osserva il Santo Padre – che progressivamente la Chiesa sta radicando nella sua pastorale, per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo”. Fa anche notare che, nonostante l’impegno per rispondere ai poveri, “un fiume di povertà attraversa le nostre città e diventa sempre più grande fino a straripare; quel fiume sembra travolgerci, tanto il grido dei fratelli e delle sorelle che chiedono aiuto, sostegno e solidarietà si alza sempre più forte”.
Un tratto di novità, nel Messaggio di quest’anno, è l’accenno al mondo giovanile: il vecchio Tobi, che teme di non poter più rivedere il figlio, gli lascia il suo “testamento spirituale”. Come Tobia stesso racconta, dice il Papa, “la sua vita fin da giovane era dedicata a opere di carità: «Ai miei fratelli e ai miei compatrioti, che erano stati condotti con me in prigionia a Ninive, nel paese degli Assiri, facevo molte elemosine. […] Davo il pane agli affamati, gli abiti agli ignudi e, se vedevo qualcuno dei miei connazionali morto e gettato dietro le mura di Ninive, io lo seppellivo» (1,3.17)”.
In quest’ottica Tobi, da buon padre, desidera lasciare al figlio non tanto qualche bene materiale, ma la testimonianza del cammino da seguire nella vita, perciò gli dice: «Ogni giorno, figlio, ricordati del Signore; non peccare né trasgredire i suoi comandamenti. Compi opere buone in tutti i giorni della tua vita e non metterti per la strada dell’ingiustizia» (4,5). Il ricordo che il vecchio Tobi chiede al figlio non si limita a un semplice atto della memoria o a una preghiera da rivolgere a Dio. Egli fa riferimento a gesti concreti che consistono nel compiere opere buone e nel vivere con giustizia.
Nel servizio ai più poveri, le giovani e i giovani possono esprimere la propria cittadinanza evangelica e prepararsi ad intervenire a livelli diversi nella polis come persone pensose, responsabili e promotrici della giustizia e della pace” (Linee Orientative della Missione Educativa delle FMA, 90). Papa Francesco nel suo Messaggio sollecita ad avere la preoccupazione di Tobi, che implica lasciarsi coinvolgere nell’incontro reciproco: “È facile, parlando dei poveri, cadere nella retorica. È una tentazione insidiosa anche quella di fermarsi alle statistiche e ai numeri. I poveri sono persone, hanno volti, storie, cuori e anime. Sono fratelli e sorelle con i loro pregi e difetti, come tutti, ed è importante entrare in una relazione personale con ognuno di loro. Il Libro di Tobia ci insegna la concretezza del nostro agire con e per i poveri”.
Accogliendo l’invito di Papa Francesco a «Non distogliere lo sguardo da ogni povero», il Dicastero per l’evangelizzazione mette a disposizione un Sussidio in diverse lingue con proposte pastorali per dare concretezza a gesti umani nei confronti di persone reali. Le proposte suggerite sono in tre categorie – Prepararsi con la preghiera, Vivere nella liturgia e Agire con azioni caritative – e possono essere adattate e contestualizzate secondo la realtà locale.
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La ricorrenza ha l’obiettivo di sensibilizzare le persone sul principio di solidarietà e al contempo stimolare azioni di sostegno nei confronti di chi vive situazioni di disagio.