La Chiesa celebra San Gaetano Catanoso: apostolo del Volto Santo
Oggi, 20 settembre, è la memoria liturgica del santo prete di Reggio Calabria, canonizzato 19 anni fa da Papa Benedetto XVI.
Oggi la Chiesa festeggia san Martino, il vescovo amico dei poveri e famoso per la "sua" estate: l'Estate di San Martino. In molte regioni d'Italia l'11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio "A San Martino ogni mosto diventa vino").
È uno dei Santi più venerati in Occidente. Nato da genitori pagani, fu vescovo di Tours e condusse vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato. Secondo la tradizione, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l'altra metà: subito il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.
Martino è uno fra i primi santi non martiri proclamati dalla Chiesa e divenne il santo francese per eccellenza, modello per i cristiani amanti della perfezione. Il suo culto si estese in tutta Europa e l’ 11 novembre (sua festa liturgica) ricorda il giorno della sua sepoltura.
L’ «apostolo delle Gallie», patrono dei sovrani di Francia, fu enormemente venerato dal popolo: in lui si associavano la generosità del cavaliere, la rinunzia ascetica e l’ attività missionaria. Quasi 500 paesi (Saint-Martin, Martigny…) e quasi 4000 parrocchie in territorio francese portano il suo nome. I re merovingi e poi carolingi custodivano nel loro oratorio privato il mantello di san Martino, chiamato cappella. Tale reliquia accompagnava i combattenti in guerra e in tempo di pace, sulla «cappa» di san Martino, si prestavano i giuramenti più solenni. Il termine cappella, usato dapprima per designare l’ oratorio reale, sarà poi applicato a tutti gli oratori del mondo.
San Martino morì l'8 novembre ma la data della sua sepoltura è l’ 11. Questa data è diventata una festa straordinaria in tutto l'Occidente, grazie alla sua popolare fama di santità e al numero notevole di cristiani che portavano il nome di Martino. Nel Concilio di Mâcon era stato deciso che sarebbe stata una festa non lavorativa.
Da generazioni, tutti gli alunni delle scuole leggono sul loro libro di lettura l'episodio di San Martino, che, cavalcando avvolto nel suo mantello di guardia imperiale, incontra un povero, tremante al primo brivido dell'autunno.
A quella vista, il generoso cavaliere sguaina la spada e fa due pezzi del suo mantello, donandone la metà al povero. Improvvisamente il cielo si schiarì e il sole iniziò a scaldare come in estate. La notte, in sogno, San Martino vede Gesù avvolto in quel mezzo mantello, che gli sorride riconoscente. Un'immagine che rimanda alla bontà del santo verso i poveri divenuta "emblema" di molte iniziative caritatevoli.
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A Reggio Calabria, presso la parrocchia della Candelora, si ispira proprio al "Mantello di San Martino" l'opera di carità compiuta dalla comunità nei confronti degli "invisibili" e degli ultimi, incontrati ogni giorno sulla strada.
In molte regioni d'Italia l'11 novembre è simbolicamente associato alla maturazione del vino nuovo (da qui il proverbio "A San Martino ogni mosto diventa vino") ed è un'occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda, appunto, stappando il vino appena maturato e accompagnato da castagne o caldarroste. Sebbene non sia praticata una celebrazione religiosa a tutti gli effetti (salvo nei paesi dove san Martino è protettore), la festa di San Martino risulta comunque particolarmente sentita dalla popolazione locale.
Oggi, 20 settembre, è la memoria liturgica del santo prete di Reggio Calabria, canonizzato 19 anni fa da Papa Benedetto XVI.
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