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Il 23 aprile la Chiesa ricorda San Giorgio; una giornata speciale per la città di Reggio Calabria che festeggia il suo Santo Patrono a cui sono intitolate anche due comunità parrocchiali sul territorio cittadino.
L’origine dell’antichissimo culto reggino a San Giorgio risale agli inizi dell’XI secolo ed è legato all’episodio che portò Reggio ad infliggere la sconfitta ai saraceni che tormentavano le coste calabresi.
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Sono milioni le persone che, nelle varie lingue, ne portano il nome, sono tantissime le chiese a lui dedicate, innumerevoli le persone che lo invocano o che comunque lo considerano patrono: come, per esempio, i militari, i cavalieri, gli schermidori, gli alabardieri, i Giovani Esploratori, gli Scout, i contadini e persino i mariti in difficoltà. Può essere invocato inoltre dagli ammalati di lebbra, di peste o di malattie veneree. Anche se non è molto studiato nella agiografia, in compenso è presentissimo nella iconografia.
Sotto questo aspetto San Giorgio ha pochi eguali, escludendo naturalmente il Cristo, Maria di Nazaret e i principali Apostoli. Scrive il famoso apologeta Alban Butler, nella sua voluminosa «Vita dei Santi», che, data la popolarità e l’argomento principe della leggenda (uccisione del drago), non sorprende che Giorgio compaia molto frequentemente in varie forme d’arte. La più antica rappresentazione conosciuta è un affresco del VI secolo in Egitto, ora andato perduto. Una statua del Santo si trova sulla facciata della cattedrale di Chartres ed un’altra, molto bella, ad opera di Donatello, si può ammirare nel Bargello di Firenze: questa lo rappresenta come un giovane soldato armato, e sulla base è incisa la battaglia contro il drago.
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Nella Leggenda Aurea si narra anche che i crociati nel 1099, giunti davanti a Gerusalemme, «ebbero una visione di San Giorgio vestito di una bianca armatura, che impugnava una croce rossa e faceva loro cenno perché lo seguissero e conquistassero la città. Essi allora si fecero coraggio, presero la città e sconfissero i saraceni» musulmani. Il Santo poi è stato preso come patrono non solo dai Crociati, ma anche dopo di loro, dagli eserciti schierati in difesa dell’ortodossia cattolica. Carlo V infatti, nel secolo XVI, lanciò il suo esercito contro i principi protestanti riuniti contro di lui al grido: «San Giorgio».
È patrono di singole città come Genova, Venezia, Reggio Calabria e anche protettore di varie nazioni come l’Inghilterra (Riccardo Cuor di Leone), il Portogallo, la Svezia, l’Ungheria, la Grecia, la Catalogna, la Georgia. Il suo culto si diffuse anche in Russia e in Etiopia.
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