Calabria, le imprese puntano sul rilancio delle infrastrutture
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Un'operazione di marketing andata male: il panino “u ghiegghiu” riecheggia di stereotipi stantii e non va giù alla comunità arbereshe. A confermarlo è il papàs Pietro Lanza che sui Social network lancia l'appello a cambiare nome alla pietanza della catena.
«Non possiamo avere un panino denominato “u ghiegghiu” che si prefigge di rappresentare il patrimonio identitario e la presenza arbereshe in Calabria. È semplicemente offensivo. Eleviamo la nostra protesta e chiediamo a chi ha avuto l’infelice idea di ritirarla. La nostra identità non si può racchiudere in un panino e in un termine ancor oggi usato in modo dispregiativo». Queste la parole del papàs Pietro Lanza su Facebook.
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Il termine – effettivamente utilizzato in maniera dispregiativa per individuare gli appartenenti alla comunità arbereshe – non piace al religioso, che si rivolge ai fedeli per chiedere sostegno nella richiesta. L’azienda in realtà ha parlato, in occasione del lancio del panino, di nome «simbolico e scherzoso» e di dedica a una «preziosa e importantissima minoranza linguistica» e ha elencato i nomi di assessori e sindaci di alcuni comuni arbereshe che avrebbero mostrato «apprezzamento e sostegno» per l’iniziativa. Nella culla dell’ortodossia arbereshe, però, la soluzione non è piaciuta.
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