Avvenire di Calabria

«La preghiera ha il potere di trasformare in bene ciò che nella vita sarebbe una condanna» ha spiegato il Pontefice

Papa Francesco: «ci crediamo padroni del mondo»

Giuseppe Iero

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"Deprecabili eventi che cercano di compromettere con la violenza e l'odio la collaborazione fraterna tra le religioni". Così il Papa ha definito i recenti attentati a Nizza e a Vienna, segno dell'"inasprimento" del terrorismo in Europa. "In questi giorni in cui preghiamo per i defunti - ha detto a braccio il Santo Padre prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l'appuntamento del mercoledì con i fedeli, tornato oggi in diretta streaming dalla biblioteca del Palazzo apostolico - preghiamo per le vittime inermi del terrorismo, il cui inasprimento si sta diffondendo in Europa". Gli attentati a Nizza e a Vienna, ha proseguito il Papa, "hanno provocato sgomento e riprovazione nella popolazione e in quanti hanno a cuore la pace e il dialogo tra i popoli". Di qui la "vicinanza alle vittime e alle famiglie e a tutti coloro che soffrono a causa di deprecabili eventi che cercano di compromettere con la violenza e l'odio la collaborazione fraterna tra le religioni".

Papa Francesco durante l’udienza di oggi ha poi spiegato che “Chi prega non evade dal mondo, ma predilige i luoghi deserti”. “Nel silenzio, possono emergere tante voci che nascondiamo nell’intimo”, ha proseguito Francesco: “I desideri più rimossi, le verità che ci ostiniamo a soffocare, e così via. E, soprattutto, nel silenzio parla Dio”. La preghiera di Gesù, inoltre, “è il luogo dove si percepisce che tutto viene da Dio e a Lui ritorna”. “A volte noi esseri umani ci crediamo padroni di tutto, oppure al contrario perdiamo ogni stima di noi stessi”, la denuncia del Papa: “Andiamo ad una parte all’altra”. La preghiera, invece, “ci aiuta a ritrovare la giusta dimensione, nella relazione con Dio, nostro Padre, e con tutto il creato”. “E la preghiera di Gesù, infine – ha sintetizzato a braccio Francesco – è abbandonarsi nelle mani del Padre, come Gesù nell’Orto degli Ulivi, con quella angoscia: ‘Padre, se è possibile… ma si faccia la tua volontà. L’abbandono nelle mani del Padre’”. “È bello quando siamo un po’ agitati, preoccupati”, ha concluso a braccio: “Andiamo alla preghiera e lo Spirito Santo ci trasforma da dentro e ci porta a questo abbandono nelle mani del Padre: ‘Padre si faccia la tua volontà’”.

“Ogni persona ha bisogno di uno spazio per sé stessa, dove coltivare la propria vita interiore, dove le azioni ritrovano un senso” ha ribadito il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla preghiera di Gesù. “Senza vita interiore diventiamo superficiali, agitati, ansiosi”. “L’ansietà come ci fa male!”, ha esclamato a braccio: “Per questo dobbiamo andare alla preghiera. Senza la vita interiore sfuggiamo dalla realtà, e anche da noi stessi. Siamo uomini e donne in fuga, sempre”. “La preghiera è un’arte da praticare con insistenza”, ha spiegato Francesco: “Gesù stesso ci dice: ‘Bussate, bussate, bussate’”. “Tutti siamo capaci di preghiere episodiche, che nascono dall’emozione di un momento”, ha fatto notare il Papa, “ma Gesù ci educa a un altro tipo di preghiera: quella che conosce una disciplina, un esercizio, e viene assunta entro una regola di vita. Una preghiera perseverante produce una trasformazione progressiva, rende forti nei periodi di tribolazione, dona la grazia di essere sostenuti da Colui che ci ama e ci protegge sempre”.
(fonte Agensir)

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