Lo hanno propinato in tutte le salse: il Recovery Fund ridisegnerà il volto del Paese. In verità - al momento - è servito per rispolverare la “rottamazione” con l’addio di Giuseppe Conte (l’uomo dei 209 miliardi dall’Europa, ora diventanti 224) e l’incarico a Mario Draghi, l’italiano che salvò l’Euro.
Uscendo dalla dinamiche politiche - che, però, oggi determinano la vera variabile impazzita - dobbiamo concentrarci sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) che è “la lista della spesa” che l’Italia presenterà all’Europa. Tra questi desideri, per rilanciare il Belpaese, una larga fetta è destinata alle infrastruttu- re «per una mobilità sostenibile » pari a 31,9 miliardi di euro. Inoltre, il Piano individua tre priorità trasversali, che sono parità di genere, giovani e Sud e riequilibrio territoriale.
Insomma, tutto lascerebbe presagire in undoveroso cambio di ritmo per le infrastrutture e i collegamenti tra la Calabria e il resto del Paese e dell’Europa. Anche perché quest’estate l’ormai ex responsabile del Mit, il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli aveva annunciato «4,1 miliardi per la Calabria». Un investimento mai visto prima: il Governo che stanzia per la regione più povera d’Italia oltre il 10% delle risorse destinati all’intera mobilità nazionale.
Il passaggio dalle parole ai fatti, però, cela un disimpegno del Governo. «Il Pnrr – ha spiegato l’assessore regionale ai trasporti, Mimma Catalfamo – prevede investimenti per una Alta velocità di rete per la velocizzazione della Napoli- Salerno-Reggio Calabria e l’upgrading ed elettrificazione della linea Ionica Sibari-Catanzaro Lido-Reggio Calabria che, tra l’altro, in parte risultavano già finanziati. La carenza di indicazioni, tra l’altro, si collega in maniera evidente allo studio di fattibilità che, sulla base degli annunci del Mit, discordanti dalle notizie fornite da Rfi, doveva essere pronto per fine novembre e che la Regione Calabria sta ancora attendendo di esaminare nonostante le reiterate richieste. Lo studio non c’è ancora ma le scelte vanno avanti». «Anche gli interventi del progetto Green Port – ha proseguito Catalfamo – non riguardano la Calabria e si concentrano sulle nove Autorità di sistema portuale nel Centro-Nord. Non ci sono interventi per il porto di Gioia Tauro, tra i più importanti al mondo».
«Non ci sono interventi specifici – ha aggiunto ancora – per gli aeroporti in generale – per i quali sembra essere prevista la sola digitalizzazione – mentre è ormai evidente da anni l’impossibilegestibilità economica degli aeroporti minori.Non c’è la realizzazione del Ponte sullo Stretto, rivendicato dalla Calabria e anche dalla Sicilia su tutti i tavoli istituzionali