Avvenire di Calabria

Viaggio alla scoperta delle zone pastorali del territorio della diocesi

Reggio-Bova, futuri sacerdoti alla scoperta dell’arcidiocesi

Una scelta dei formatori che nasce dall'esigenza di mettere in relazione i futuri presbiteri con i tanti volti delle realtà parrocchiali

di Redazione Web

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Seminaristi, alla scoperta dei luoghi della diocesi e delle realtà parrocchiali. Nel progetto formativo di quest’anno  l’equipe del seminario ha scelto di condurre noi seminaristi alla scoperta delle varie zone pastorali che compongono il territorio della nostra diocesi.


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La scelta operata dai nostri formatori nasce dall’esigenze di mettere in relazione noi futuri sacerdoti con i tanti volti e le tante storie che contraddistinguono le nostre realtà parrocchiali. Andando così alla ricerca di quel patrimonio storico, culturale ma, soprattutto, spirituale che rende preziosa la nostra gente.

Attraverso il contatto con le varie zone pastorali entriamo così in relazione anche con i tanti sacerdoti che, ogni giorno, con amore e tanto sacrificio si spendono per il bene dei fratelli. Dai loro volti, dalle loro storie, impariamo la bellezza di un ministero pienamente vissuto nel dono totale di sé.

Ma oltre a conoscere le realtà, impariamo a conoscere anche i fratelli con cui condividiamo il percorso in seminario. L’equipe ha così voluto dividerci per anni di cammino: biennio filosofico, triennio teologico e anno pastorale; con lo scopo di aumentare lo spirito di amicizia e fraternità che sarà la base per il ministero futuro all’interno del presbiterio.

Nella medesima ottica rientra il viaggio di sabato 12 febbraio a Catania. Questa volta l’intera comunità del seminario assieme alle nostre suore ha voluto condividere una giornata di fraternità alla scoperta della figura di S. Agata e di una Chiesa, quella catanese, che ha dato i natali ad un suo seminarista.

Seminaristi di Reggio Calabria - Bova in visita a Catania

La Celebrazione Eucaristica in Cattedrale condivisa con il Rettore del Seminario di Catania è stata l’occasione per scoprire la bellezza di una devozione popolare così forte e radicata ma, al contempo, genuina e bella. Il Parroco che ci ha accolto con tanta disponibilità ha voluto testimoniare l’esperienza pastorale che ormai da anni vive assieme ai devoti di S. Agata descrivendo il rapporto che la lega ai catanesi.

La visita alle Chiese che raccontano la vita di Agata, al Museo diocesano, alle Terme romane hanno arricchito una giornata piena di emozioni e stimoli culturali.

Dei tre momenti vissuti lo scorso 11 febbraio condividiamo attraverso la testimonianza scritta di due seminaristi e di un diacono i sentimenti e le gioie provate.

Alla scoperta di Calanna

Venerdì 12 febbraio per iniziativa del Seminario è stata organizzata un’uscita di gruppo, con lo scopo di conoscere le Parrocchie più interne della Diocesi di Reggio Calabria – Bova.

Il gruppo formato dai seminaristi dei primi anni assieme al Padre Spirituale: Don Angelo Battaglia è andato a visitare la Parrocchia di Calanna. Assieme al Parroco Don John Leula ed una guida esperta ha visitato la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, che è stata interamente ristrutturata dai fedeli che hanno contribuito generosamente con le loro offerte.

La tappa a Calanna

Subito dopo è stata visitata la Chiesa del Rosario in cui sono conservate molte testimonianze di un’altra Chiesa più antica SS. Salvatore. Ammirati moltissimi i marmi e colonne dell’antico Tempio; veramente tanta bellezza.

Calanna è un paese diviso in diverse zone (Milanesi, Villamesa, Mulini e Rosaniti) tutto da scoprire e che negli anni ha sofferto lo spopolamento, infatti fino agli anni 70 gli abitanti erano circa 4 mila, oggi sono quasi un centinaio. Calanna è il paese del tufo e, tra queste rocce, è stata trovata una necropoli di quasi 3000 anni fa. Proprio in sommità di questo percorso nel Tufo è possibile visitare un piccolo museo dove poter ammirare resti di una tradizione molto importante.

Il Parroco Don John Leula anche con l’aiuto dei laici cerca di tener viva una comunità molto anziana, infatti, i giovani sono pochi e quelli che ci sono frequentano altre zone, anche tra i battesimi e i matrimoni i numeri sono molto esigui.

Vivere la fraternità ti aiuta a crescere sia personalmente sia come gruppo. Non vuol dire uniformarsi agli altri ma lavorare nella complementarità. Forse non è sempre facile ma è utile per poter parlare domani con la gente saper ascoltare e capire in fondo come meglio far convivere più realtà diverse ma che insieme diventano Chiesa.

Tappa nella vallata dell’Amendolea

Conclusi gli esami della sessione, l’equipe formativa, ha proposto ai diaconi un viaggio “speciale” alla scoperta di uno dei tanti luoghi della nostra diocesi ricco di storia e di spiritualità. Tante volte, infatti, si rischia di conoscere ed apprezzare la bellezza e la cultura delle altre Regioni senza conoscere i luoghi che raccontano la storia della nostra amata e spesso bistrattata Calabria.

L’equipe ha pensato alla zona pastorale di Bova: alla scoperta della “Vallata dell’Amendolea”.

Amendolea (Amiddalia in greco di Calabria, ovvero mandorleto) è una delle frazioni del Comune di Condofuri situata nel cuore dell’Area Grecanica, sorge a circa 5 chilometri dal mare ed è compresa in quella che è denominata “La Vallata dell’Amendolea” che si estende da Condofuri Marina fino a Gallicianò ed è stata una immersione nella cultura grecanica di Calabria.

Nella vallata dell’”Amendolea” prestano il loro servizio pastorale i Padri Marianisti, una congregazione fondata dal Beato Guglielmo Giuseppe Chaminade, sacerdoti che in particolare nei ritiri del clero “incontriamo” ma che “conosciamo” poco, e che, grazie a questa visita, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare ed apprezzare.

La giornata trascorsa nella vallata dell'Amendolea

In particolare abbiamo apprezzato la loro capacità di stare tra la gente, in una zona ricca di storia ma allo stesso tempo complessa, dove per poter operare è necessario ogni giorno calarsi nella realtà per leggere i segni dei tempi, cosa che i sacerdoti marianisti riescono a fare con grande intelligenza, umanità e umiltà guidati dalla maternità e tenerezza della Vergine Maria.

Un aspetto evidente della loro vita è la bellezza della fraternità che come piccola comunità condividono nella casa canonica della parrocchia di San Carlo. La loro testimonianza ha aperto il cuore di ciascuno di noi e ringraziamo il Signore per il dono di questa presenza che arricchisce la nostra terra.

Nella tarda mattinata abbiamo incontrato nella Parrocchia di Condofuri Marina il Vicario zonale Don Leone Stillitano, la sua testimonianza è stata autentica e soprattutto edificante. Nelle sue parole è emerso quanto sia importante in una zona pastorale lavorare in sinergia valorizzando le potenzialità di ciascuno perché è proprio in questa integrazione di risorse che nasce la comunione che spinge all’evangelizzazione.

Quanto detto da Don Leone abbiamo avuto modo di constatarlo nel condividere insieme con loro e con alcuni parrocchiani il pranzo; il dialogo tra noi è stato libero e impregnato di semplicità e di “bella” complicità quella che ti spinge a pensare che le persone che ti stanno vicino si vogliono bene e si rispettano.

Nel pomeriggio abbiamo visitato la parrocchia di Palizzi di cui don Leone è parroco. Nel visitare i luoghi della comunità parrocchiale il sacerdote ci ha fatto apprezzare la bellezza di una Chiesa, totalmente ristrutturata in tanti anni di impegno e fatica, in cui tutto risulta armonizzato e finalizzato al messaggio evangelico ed alla facilitazione dell’incontro dei fedeli con Dio.

Inoltre, Don Leone, ci ha invitato a riflettere sulla storia che accompagna ogni comunità e di come ogni segno conservato e custodito all’interno di essa, anche quello più piccolo, deve essere tenuto nella giusta considerazione perché frutto di una storia che lega il passato al presente.

La giornata si è conclusa con la Santa Messa celebrata nella parrocchia di Condofuri marina. Padre Arnaldo Cantonetti, che dà molti anni operata in questo territorio, ha presieduto l’Eucarestia con cui, insieme, abbiamo reso grazie al Signore per la tanta “grazia” incontrata ed abbiamo affidato alle sue paterne cure i sacerdoti che con tanto spirito di abnegazione prestano servizio in questa Vallata. Per noi Diaconi e “futuri” Diaconi, è stata anche l’occasione per riflettere su quello che potrà essere il nostro impegno futuro al servizio di questa nostra terra.

Tante volte in seminario si “sogna” una comunità da servire secondo le proprie caratteristiche ed è giusto che sia così, perché sognare aiuta a vivere ed alimenta quella fiammella di speranza che è sempre accesa nel nostro cuore. E’ importante, però,  poter confrontare i propri sogni con la realtà, con la quotidianità e con la storia della gente che si incontra, con chi nonostante le fatiche si aggrappa al Signore con tutte le proprie forze, ma anche con chi è alla ricerca di un Dio che dia senso alla propria vita, ed è in questo che il Sacerdote si fa compagno di viaggio di chiunque incontra al di la della propria cultura e credo religioso.    

Visita nella vallata del Tuccio

“Riscoprire la periferia”, “incontrare i parroci della zona pastorale” e vivere “la fraternità” tra di noi anche in un contesto distante dal luogo dove generalmente si svolge la  crescita vocazionale. È questo lo spirito vissuto dal gruppo di seminaristi che ha fatto tappa nella vallata del Tuccio.

Il gruppo di coloro che hanno ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato insieme a chi ha chiesto l’ammissione agli ordini sacri e che si approcciano allo studio teologico, accompagnati dal nostro rettore don Nino Pangallo, è stato in visita nella Vallata del Tuccio, che ha la sorgente nei monti dell’Aspromonte e la foce nei pressi di Melito Porto Salvo.

Intorno alle 9.30 l’accoglienza a Prunella da parte di don Giuseppe Manti che è pastore della chiesa locale da quindici anni ed esorcista della diocesi; abbiamo appreso che il fenomeno dello spopolamento di tanti paesi della nostra diocesi ha ridotto notevolmente la presenza della popolazione anche in questo piccolo borgo. Don Giuseppe ha precisato la partecipazione indistinta degli uomini e delle donne alla vita quotidiana della parrocchia con la preghiera del Rosario e della Liturgia delle Ore oltre alla Santa Messa e all’Adorazione Eucaristica; per poi farci conoscere la realtà di una delle case presenti nella nostra diocesi di “Casa Don Italo” che si occupa con amore cristiano di chi soffre di disabilità mentale.

Seminaristi nella vallata del Tuccio

Alle 10.45 ci attendeva a Chorio don Juan Manuel Cepeda Cardenas. Entrati nella chiesa dedicata a San Pasquale Baylon, la prima testimonianza è stata quella della formazione del paese di Chorio (in greco casa) che ospitava le donne all’epoca delle invasioni saracene quando i mariti erano impegnati lungo le coste per la difesa del territorio. Ci è stata presentata successivamente la figura di San Gaetano Catanoso, che nacque proprio a Chorio e che rappresenta per tutti i sacerdoti diocesani modello di sequela perché capace nella sua docilità ed umiltà di giungere alla Santità.

Lo stesso don Manuel ci ha accompagnati a San Pantaleone, dove abbiamo potuto ammirare un’icona della Vergine Maria molto antica, risalente al quarto secolo. Una volta salutato don Manuel abbiamo percorso una strada interna per poter raggiungere Roccaforte del Greco. Ad attenderci c’era don Domenico Nucara, parroco del luogo e amministratore al contempo di San Lorenzo, nonché vicario della zona. Anche lui ha voluto raccontare la storia dei paesi in cui svolge il suo ministero, arricchendola della narrazione della sua vocazione e formazione in seminario. All’ora di pranzo a San Lorenzo ci hanno accolto due signore che insieme al parroco avevano cucinato per noi.


PER APPROFONDIRE: La Calabria è la regione con più vocazioni sacerdotali d’Italia


Nel pomeriggio abbiamo celebrato tutti insieme la Santa Messa e dopo aver salutato don Domenico abbiamo iniziato la discesa della valle, passando abbiamo visitato brevemente la chiesa di Bagaladi e siamo passati a trovare don Pasquale Geria che è in convalescenza, per poi rientrare in seminario per la cena.

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