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Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha annunciato che la sanità calabrese uscirà dal commissariamento nelle prossime settimane, grazie a una delibera del Consiglio dei ministri. Durante un forum con il Quotidiano del Sud, ha ribadito il suo impegno per la chiusura del piano di rientro, il miglioramento dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea) e l’accelerazione dei lavori per i tre nuovi ospedali e il Policlinico universitario di Cosenza. Nel frattempo, i territori continuano a essere in fermento sul tema della sanità pubblica, con numerose istanze e richieste di intervento per garantire il diritto alla salute.
«Sono assolutamente convinto che il commissariamento non sia una buona cosa per il governo della sanità in Calabria, lo ha anche detto la Corte costituzionale due volte» ha dichiarato Roberto Occhiuto, sottolineando come il governo regionale abbia finalmente ottenuto il controllo dei conti e un miglioramento dei Lea.
«Ho lavorato per ottenere dai Ministeri i dati sul punteggio Lea e sulla certificazione dei bilanci. Ora ho la rassicurazione che la Calabria uscirà dal commissariamento nelle prossime settimane», ha aggiunto il governatore, specificando di voler chiudere questa fase con una delibera del Consiglio dei ministri, e non tramite un semplice provvedimento normativo.
«Avendo finalmente il governo dei conti e i Lea in crescita, il commissariamento non ha più senso di esistere. Chiaramente rimarremo in piano di rientro, ma il mio obiettivo di medio periodo è quello di uscire anche da questo. Utilizzeremo parte della fiscalità aggiuntiva per colmare il deficit», assicura ancora Occhiuto.
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Il presidente della Regione Calabria è convinto: «Se noi riuscissimo con i Lea del 2024 ad essere verdi su tutti e tre gli aggregati (ospedaliero, prevenzione e distrettuale) potremmo chiedere l'uscita dal piano di rientro», ha spiegato.
Occhiuto ha poi fatto il punto sui tre grandi ospedali in costruzione: «Ho chiesto al governo di darmi una mano per concludere i tre grandi ospedali. Sibari procede e sarà completato prima della fine della legislatura, a Vibo c'è stato un incontro con il concessionario e aggiorneremo il piano finanziario per accelerare i lavori. Sulla Piana il concessionario ha chiesto 190 milioni in più, noi siamo disponibili ad un aggiornamento del Pef. Mi sto assumendo tantissime responsabilità e rischio di essere rincorso dalla Corte dei Conti per i prossimi decenni. Però l'ho fatto perché altrimenti non l'avremmo finito».
Infine, il presidente della Regione ha chiesto poteri straordinari di Protezione Civile per velocizzare i lavori: «Ho chiesto al governo poteri di Protezione Civile per procedere più velocemente con gli adempimenti previsti. E questo per i tre ospedali più il Policlinico universitario di Cosenza e una parte dell'ospedale di Reggio. Ho fiducia».
Mentre si attende l’uscita dal commissariamento, sul territorio si moltiplicano le preoccupazioni per la tenuta della sanità pubblica, in particolare nella Piana di Gioia Tauro. Il sindaco di Polistena, Michele Tripodi, ha sottolineato la necessità di concentrarsi sull’ospedale di Polistena, definito il vero punto di riferimento sanitario per il territorio.
«Se vogliamo salvare la sanità pubblica nella Piana, preoccupiamoci dell’ospedale di Polistena», ha affermato, evidenziando come, tra interrogazioni e assemblee, il dibattito si sia spesso concentrato sull’ospedale di Palmi, la cui realizzazione, dopo vent’anni, è ancora incerta.
Tripodi ha richiamato l’attenzione sulle promesse non mantenute riguardanti l’ospedale di Polistena, incluse le nuove specialità previste dall’atto aziendale, come oncologia, neurologia, urologia ed emodinamica.
«Abbiamo chiesto un investimento strutturale di almeno 10 milioni di euro per ampliare il presidio con una nuova torre», ha dichiarato il sindaco, sottolineando la carenza di personale, che sta portando molti medici a migrare verso il privato e i pazienti a recarsi fuori regione anche per interventi di routine.
Sul tema interviene anche il Comitato tutela della salute della Piana di Gioia Tauro, con la portavoce Marisa Valensise, che evidenzia le criticità legate alla recente delibera 93/25 dell’Asp di Reggio Calabria.
«L'ospedale spoke di Polistena e l'ospedale spoke di Locri devono camminare insieme ed essere copia l'uno dell'altro, come da sempre ha dichiarato il presidente Occhiuto», afferma Valensise, ribadendo la necessità di garantire un primario di oncologia dedicato per Polistena e Locri.
«I malati di cancro hanno diritto ad avere un primario sempre presente in reparto, medici dedicati alla cura, sia a Locri quanto a Polistena. Non è un reparto qualunque e non si può risparmiare sulla vita delle persone già messe a dura prova dalla malattia», aggiunge, annunciando la determinazione a lottare affinché i diritti dei pazienti vengano rispettati.
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