Avvenire di Calabria

«Il 12 agosto di 76 anni fa le frazioni di Stazzema - ricorda il Capo dello Stato - divennero teatro dell’oltraggio più disumano»

Sant’Anna di Stazzema, Mattarella: non ignorare rigurgiti di odio

Redazione Web

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di Alberto Baviera* - «La memoria degli eventi più tragici e dolorosi della nostra storia costituisce un richiamo incessante per le coscienze». Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 76° anniversario dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. «Il 12 agosto di 76 anni fa le frazioni di Stazzema - ricorda il Capo dello Stato - divennero teatro dell’oltraggio più disumano: l’eccidio di centinaia e centinaia di civili inermi, soprattutto donne, bambini, anziani, rifugiati. Fu una delle stragi più efferate compiute nel nostro Paese durante l’occupazione nazista per i numeri spaventosi del massacro, per la crudeltà con cui gli uomini delle SS si accanirono sui corpi privi di vita, per lo scempio del rogo nella piazza di Sant’Anna».

«Oggi è giorno di raccoglimento e di memoria per la Repubblica», prosegue Mattarella, sottolineando come «un forte, indissolubile sentimento di solidarietà ci unisce ai sopravvissuti, ai familiari di chi è stato ucciso senza pietà, ai cittadini di Stazzema che hanno ricostruito la comunità, sopportando il dolore e conservando il ricordo». «Sulla base di quei valori di umanità che i nazisti e i fascisti loro collaboratori volevano annientare è stata conquistata la Liberazione e costruita la democrazia», evidenzia il presidente, notando come «per questo, Sant’Anna di Stazzema è divenuta al tempo stesso un sacrario e un simbolo della nostra vita civile, dei diritti inviolabili della persona, del senso di giustizia a cui nessuna società deve rinunciare e che la Costituzione repubblicana ci indica come impegno collettivo costante».

«Non va mai dimenticato che - ammonisce il Capo dello Stato - la volontà di potenza può spingersi fino a produrre un’ideologia di annientamento di chi è diverso, estraneo, visto come potenzialmente nemico. Non va dimenticato che quanti sottovalutano la violenza, alla fine se ne rendono complici. Non vanno ignorati rigurgiti di intolleranza, di odio razziale, di fanatismo che pure si manifestano nelle nostre società e nel mondo, a volte attraverso strumenti moderni e modalità inedite».
*Agensir

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