Avvenire di Calabria

Tra ritardi, disservizi e carenze strutturali, Legambiente ha presentato nei giorni scorsi il rapporto Pendolaria 2025

Treni vecchi e linee chiuse, la Calabria sconta il peso del divario infrastrutturale

Ecco la fotografia della situazione calabrese: collegamenti interrotti da oltre un decennio e disservizi cronici

di Redazione Web

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Il nuovo report Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato qualche giorno fa, fotografa una situazione allarmante per il trasporto ferroviario in Italia, con un’attenzione particolare al Mezzogiorno e alla Calabria, dove ritardi cronici, linee chiuse e carenze infrastrutturali continuano a penalizzare pendolari e cittadini.

Treni vecchi in Calabria, la denuncia di Legambiente

La situazione del trasporto ferroviario calabrese continua a destare preoccupazione. L’età media dei treni regionali in Calabria supera i 20 anni, risultando la seconda più alta d’Italia, dopo l’Umbria. A peggiorare il quadro è il calo costante del numero di viaggiatori, segnale evidente della scarsa efficienza e dell’inadeguatezza del sistema ferroviario regionale.



La mancanza di elettrificazione su molte tratte e la chiusura di collegamenti fondamentali aggravano ulteriormente la condizione di disagio. Un caso simbolo di questa crisi è rappresentato dalla tratta Gioia Tauro - Palmi - Cinquefrondi, interrotta dal 2011 e ancora oggi in stato di abbandono. Non meno critico il collegamento Cosenza - Crotone, che richiede oltre tre ore per coprire appena 115 chilometri.

L'analisi di Legambiente

Il rapporto Pendolaria 2025 mette in evidenza il divario sempre più marcato tra Nord e Sud Italia in termini di infrastrutture e trasporti. Il sistema ferroviario calabrese è una delle rappresentazioni più evidenti di questa disuguaglianza. Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria, ha evidenziato che la mobilità nella regione continua a essere una "nota dolente", nonostante alcuni miglioramenti infrastrutturali e i rinnovi parziali del parco treni. Secondo Parretta, in Calabria è ancora troppo complesso muoversi senza l’uso dell’auto privata, con tassi di motorizzazione molto elevati. Questa situazione ha conseguenze negative sull’inquinamento ambientale, sulla vivibilità delle città e sulla salute delle persone.

Parretta ha inoltre sottolineato il legame tra la crisi della mobilità e il fenomeno dello spopolamento. Le difficoltà di collegamento tra le aree interne e le città metropolitane spingono molti cittadini a lasciare il territorio. Reggio Calabria, in particolare, ha perso oltre 44.851 abitanti tra il 2001 e il 2023, pari al 7,95% della popolazione totale.

Il dramma delle linee chiuse e dei servizi interrotti

La situazione della Calabria si inserisce in un contesto più ampio, che vede il Mezzogiorno come il grande dimenticato delle politiche di mobilità. Il Mezzogiorno si trova a fare i conti con treni obsoleti, ritardi cronici e collegamenti interrotti. La rete ferroviaria del Sud è ancora in gran parte non elettrificata, con linee dismesse e servizi sospesi da oltre un decennio.


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La tratta Cosenza - Crotone, come già sottolineato, ne è un esempio eclatante, con tempi di percorrenza eccessivamente lunghi per una distanza così breve.

Il Ponte sullo Stretto e l’impatto sui finanziamenti

Secondo il rapporto Pendolaria, uno dei principali ostacoli al miglioramento del trasporto ferroviario in Calabria è rappresentato dall’impatto delle risorse destinate al Ponte sullo Stretto. La costruzione del ponte continua a drenare ingenti risorse pubbliche. Solo nell’ultimo anno, sono stati dirottati 1,6 miliardi di euro dai Fondi per lo Sviluppo e la Coesione destinati a Calabria e Sicilia, con un ulteriore alleggerimento della spesa pubblica a carico dello Stato. Le risorse statali previste sono infatti passate da 9,3 miliardi a 6,9 miliardi, con un aumento del contributo del FSC a 7,7 miliardi di euro. Il risultato è che l’87% degli stanziamenti infrastrutturali fino al 2038 sarà assorbito dal Ponte sullo Stretto, lasciando irrisolti i problemi cronici delle linee ferroviarie esistenti.

Il costo della crisi climatica sui trasporti

Oltre ai limiti infrastrutturali e finanziari, il trasporto su ferro è gravato dagli effetti della crisi climatica. Il rapporto evidenzia che tra il 2010 e il 2024 sono stati registrati in Italia 203 eventi meteo estremi che hanno causato interruzioni e ritardi su treni, metro e tram. Secondo il rapporto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti intitolato "Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità", i danni causati dagli eventi estremi potrebbero costare all’Italia fino a 5 miliardi di euro l’anno entro il 2050, con un’incidenza tra lo 0,33% e lo 0,55% del PIL nazionale.

L’analisi di Stefano Ciafani: servono investimenti mirati

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha evidenziato che il trasporto ferroviario è ancora vittima di scelte politiche insensate. Secondo Ciafani, il 2024 è stato un anno difficile per la mobilità sostenibile. Guasti, ritardi ed eventi meteo estremi hanno influito pesantemente sulla mobilità su ferro, mentre l’attenzione politica si è concentrata su grandi opere come il Ponte sullo Stretto, trascurando i veri problemi dei cittadini che viaggiano in treno ogni giorno. Ciafani chiede, per la Calabria e non solo, una “cura del ferro”, con investimenti su treni moderni, raddoppi di linee, passanti ferroviari, nuove stazioni e elettrificazione delle tratte.

Le richieste di Legambiente al Ministro Salvini

Legambiente ha presentato al Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini alcune proposte concrete per rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile. La prima richiesta è quella di un deciso incremento degli investimenti nel settore dei trasporti pubblici. La seconda riguarda la promozione della mobilità urbana sostenibile, con l’estensione delle zone a traffico limitato, la realizzazione di piste ciclabili e il potenziamento del trasporto pubblico locale.



La terza proposta è quella di garantire servizi di trasporto pubblico di qualità nelle aree urbane, con un coordinamento più efficace tra Stato, Regioni e Enti Locali.

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