Avvenire di Calabria

Parla il prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale

Turkson: «Accogliere i migranti fa parte dell’essere cristiani»

Il cardinale è intervenuto alla ''Conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismi'' del Wcc

Redazione Web

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L’accoglienza dei migranti, specialmente di chi è in pericolo, è un principio morale che trae fondamento e forza dal Vangelo e dalle Sacre Scritture, e fa parte dell’essere cristiano, cioè dell’appartenere a Cristo”. Lo ha detto il cardinal Peter Turkson, prefetto del Dicastero vaticano per il Servizio dello sviluppo umano integrale, questa mattina a Roma, intervenendo alla “Conferenza mondiale su xenofobia, razzismo e nazionalismi populisti nel contesto delle migrazioni globali”, promossa per la prima volta insieme dallo stesso dicastero e dal World Council of Churches (Wcc), in collaborazione con il Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. Nel suo intervento, il cardinale ha sottolineato che “siamo testimoni di storie di uomini e donne, bambini e bambine che mettono a rischio le loro vite e quelle dei loro cari, alla ricerca di una vita migliore”. “Le vite di queste persone, le loro ferite e le loro speranze – aggiunge -, interpellano le nostre coscienze e ci inducono a riflettere sullo sguardo che le società di accoglienza rivolgono sui nuovi arrivati”. Il porporato si è chiesto se davvero l’umanità, in questi 70 anni dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, “abbia saputo costruire società nelle quali la razza, il sesso, il colore, la lingua, la religione, l’opinione politica, l’origine nazionale o sociale, la ricchezza o la povertà non siano motivi sufficienti per giustificare l’indifferenza, l’emarginazione, l’odio, l’esclusione o lo scarto di un essere umano”. Infine, una constatazione. “Ci duole constatare che, nel contesto delle migrazioni internazionali, troppo spesso la diffidenza e la paura prevalgono sulla fiducia e l’apertura all’altro. Allo stesso tempo, confidiamo nelle tante dimostrazioni di solidarietà e di compassione che pure caratterizzano i nostri tempi”.

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