Avvenire di Calabria

La canzone è di una band calabrese: l'obiettivo è far "mettere nei preferiti" l'esempio del giovane santo per la Generazione Z

Un video musicale che racconta Carlo Acutis ai ragazzi

Domani (12 ottobre) la Chiesa celebrerà la memoria liturgica del Beato Carlo Acutis, il quindicenne milanese esperto di informatica

di Redazione Web

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Un video musicale che racconta Carlo Acutis ai ragazzi. La canzone è di una band calabrese. L'obiettivo è far "mettere nei preferiti" l'esempio del giovane beato per la Generazione Z.

Un video musicale che racconta Carlo Acutis

Domani (12 ottobre) la Chiesa celebrerà la memoria liturgica del Beato Carlo Acutis. Il quindicenne milanese esperto di informatica è stato beatificato il 10 ottobre 2020 ad Assisi.

Il giovane morì il 12 ottobre 2006 a causa di una leucemia fulminante. Sulla sua esperienza umana e di fede è incentrato il brano “Ctrl + d” della band cosentina Kantiere Kairòs, presentato in occasione della beatificazione e rilanciato su YouTube dal video completamente autoprodotto: il gruppo ne ha curato riprese, sceneggiatura, montaggio e regia.

Il titolo del pezzo riprende il nome di due tasti da cliccare contemporaneamente, «un comando rapido del computer per aggiungere una pagina web tra i preferiti: un invito a mettere Carlo (amante dell’informatica) e tutto il suo modo di essere fra i nostri preferiti.


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Le parole della band

«Speriamo che a lui piaccia questa idea», spiega Antonello Armieri, cantante della band e autore del brano. «Il testo fondamentalmente è suo, riprende parole che lui ha detto e ha scritto: noi le abbiamo messe insieme e musicate», aggiunge. 

«Questo brano, di cui il video sottolinea alcune parole chiave come Eucaristia, vuole raccontare questa figura così particolare e bella attraverso le sue frasi più belle, che toccano il cuore», sottolinea il chitarrista Jo Di Nardo.


PER APPROFONDIRE: Generazione Z e Chiesa: la bellezza di sentirsi comunità


La fede di Carlo

«Carlo è un giovane che ha messo a disposizione quello che sapeva fare, l’informatica, per essere se stesso e far conoscere a tanti i miracoli eucaristici» ha detto Di Nardo. Che poi ha concluso: «Era vicino alle persone con tanta semplicità e riusciva a vedere in ciascuno il volto di Cristo: a chiunque aveva una necessità, era pronto a dare una mano».

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