In pochi conoscono la storia di una delle prime sante cinesi, la catechista proclamata Santa da Papa Giovanni Paolo II nel 2000: Lucia Yi Zhenmei, la cui memoria ricorre oggi 19 febbraio. Yi Zhenmei nacque il 17 gennaio 1815 a Mainyang, Sichuan (Cina), ultima di cinque fratelli; il padre era un cattolico da poco convertito dal buddismo.
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Una vita consacrata a Gesù
A dodici anni, prese il nome di Lucia e si consacrò al Signore, mentre i genitori, secondo le usanze l’avevano promessa sposa. Non sapendo come liberarsi dalla situazione creatasi, Yi Lucia si finse pazza, facendo così cadere gli accordi matrimoniali anche per il futuro. Riprese i suoi studi per diventare maestra di scuola e nel contempo poté dedicarsi alla crescita della sua vita spirituale. Dai missionari cattolici, ebbe l’incarico di insegnare il catechismo e trascorreva serena i suoi giorni tra le faccende domestiche, la cura degli ammalati e l’apostolato catechistico.
La predicazione nei villaggi della Cina ottocentesca
Ormai giovane adulta, decise di separarsi dalla famiglia e andò a vivere dalle suore missionarie; sopraggiunse poi una grave malattia che la obbligò a ritornare nella sua casa; in quest’occasione persone malevole gettarono ombre sulla sua moralità, tanto che anche la superiora lo credette; i suoi familiari volevano vendicarsi, ma lei vi si oppose. Fu chiamata poi dal vescovo di Kweichow che le affidò il compito d’insegnare il catechismo nei villaggi del Vicariato; superando le difficoltà poste dalla famiglia, che temeva nuovi pericoli per lei, Yi Zhenmei Lucia si mise subito al lavoro, coadiuvando nel contempo l’opera missionaria di padre Giovanni Pietro Néel, delle Missioni Estere di Parigi, anche lui martire e proclamato santo il 1° ottobre 2000.
La persecuzione e il martirio di Santa Lucia Yi Zhenmei
Durante la persecuzione scatenata dalla setta “Ninfa Bianca”, fu presa dai soldati; durante il solito interrogatorio le furono fatte proposte vantaggiose se avesse rinunziato alla religione cristiana, la richiesta era appoggiata anche dall’ex fidanzato, che aveva conservato per lei affetto e stima. Lucia Yi rifiutò con fermezza e pertanto fu condannata alla decapitazione, accettò con dignità la condanna ribellandosi solo quando la si voleva spogliare prima della sentenza, riuscendo ad evitare tale umiliazione. Fu decapitata il 19 febbraio 1862 a Kaiyang, Guizhou, aveva 47 anni; il 18 e 19 febbraio furono uccisi oltre padre Néel, anche tre catechisti uomini con Lucia Yi. Il suo copricapo, bagnato di sangue, fu portato in casa e guarì all’istante la nipote Paola, gravemente ammalata, alla quale era stato poggiato sul corpo. Fu dichiarata venerabile con il gruppo dei martiri di Guizhou il 2 agosto 1908, e beatificati il 2 maggio 1909 da Papa Pio X. La sua festa con il gruppo di Guizhou è il 19 febbraio e con tutti i 120 martiri canonizzati il 1° ottobre 2000, il 9 luglio.
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