Avvenire di Calabria

Valzer di nomi, ma quello che serve è uno stile nuovo

Il commissariamento così come è pensato è totalmente inutile. Servono investimenti, coinvolgere il territorio e proporre visioni

Federico Minniti

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Chi pensa di risolvere il problema della sanità calabrese con un «nome ad effetto » si sbaglia. E pure di tanto. Questo, però, non vuol dire bocciare Gino Strada. Anzi, tutt’altro. Però serve farsi la domande giuste. Come? Ecco un sempio: cosa può fare il fondatore di Emergency per la salute dei calabresi?

Lo scenario. Il commissariamento ad acta «per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Calabria» così come è concepito è fallimentare. È un atto burocratico, pensato dalla burocrazia per sé stessa. L’essere nominato commissario – secondo questa logica, fatta di tavoli interministeriali e tagli lineari – potrebbe essere una “trappola” per Gino Strada o per chiunque volesse provare a cambiare realmente le cose. La sanità calabrese non si risolleva col «pareggio di bilancio», ma con fondi straordinari. Primo interrogativo: Strada è nelle condizioni di dettare l’agenda al Governo?

L’auspicio. C’è bisogno di invertire, radicalmente, il paradigma attuale che congestiona gli ospedali, unici presidi sui territori. Non si deve “solo” portare la Calabria agli standard nazionali, ma – vista la straordinarietà del commissariamento – occorre dotarla di «modelli nuovi» come propone monsignor Francesco Savino, delegato dei vescovi calabresi alla Pastorale sanitaria. In realtà, sul territorio ci sono alcune eccellenze di medicina di prossimità, cioè medici o associazioni di medici che applicano a menadito il motto di San Giuseppe Moscati: «Chi può metta, chi non può prenda». Secondo interrogativo: Strada saprà coinvolgerli nei processi decisionali?

L’esperienza. Come abbiamo visto in apertura di questa giornata (CLICCA QUI), Emergency non fa solo pozzi. Strada, il prestigio che lo precede, se l’è guadagnato sul campo. Spesso ostico e dove nessuno voleva giocare. La Calabria non è l’Africa, ma presenta delle aree di vulnerabilità – molto più sottili – che vanno attenzionate. Accanto alla capacità di dettare la linea al Governo, coinvolgere nei processi decisionali l’eccellenze sanitarie del territorio e (ma questo si da per scontato) estendere il modello–Emergency degli ambulatori integrati alla medicina territoriale, serve un’ulteriore presa di posizione che è il terzo interrogativo: Strada saprà “leggere” nei meandri della Pa per riconoscere il “Sistema” che condiziona e orienta le sorti della Sanità locale?

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