Ha speso la sua vita per i gruppi parrocchiali. Sono già passati sei anni dalla sua morte
Villa ricorda Lilli Burzo, maestra di impegno ecclesiale
Redazione Web
5 Giugno 2020
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«Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore» (Gv 10,11): nuove proposte di pastorale. Questo è il titolo dell’incontro formativo tenutosi sabato 16 Maggio alle ore 18.30, organizzato dalla parrocchia Maria santissima del Rosario, in memoria di Lilli Burzo (nel sesto anniversario della sua morte), e trasmesso tramite diretta Youtube. Chi era Lilli? Un esempio di vita parrocchiale attiva e consapevole, una laica che ha vissuto ed interpretato al meglio quello che è il Concilio vaticano II. Ha ricoperto più volte la carica di presidente parrocchiale e consigliere di Azione cattolica ed è stata educatrice e catechista, accompagnando diverse generazioni di ragazzi. Ospite dell’incontro don Vito Piccinonna, direttore Caritas della diocesi Bari–Bitonto, il quale ha discusso con i partecipanti sulle nuove modalità di vita pastorale da poter mettere in pratica in questo tempo straordinario, tempo che conduce verso una cristianità differente. Le numerose realtà della parrocchia hanno adottato nuovi mezzi per poter stare vicini e proseguire i cammini intrapresi, anche se fisicamente lontani. Don Vito, riportando l’esperienza della sua parrocchia, ha paragonato la situazione attuale a quella vissuta dagli apostoli agli inizi del cristianesimo, i quali, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo, hanno cercato nuove vie per essere annunciatori di Cristo.
Nella ricerca di nuove forme e modalità d’interazione non deve mai mancare, però, l’essenziale, ovvero la Parola di Dio. «Il non aver partecipato fisicamente all’eucarestia domenicale, ci ha resi credenti non praticanti, ma ciò ci ha portato ad essere meno credenti?». Con questa provocazione, don Vito ha ricordato che tutte le celebrazioni eucaristiche vissute nel corso della nostra vita, non sono scadute, ma la loro forza continua ad agire in noi e siamo chiamati a preservarla tramite azioni di carità e prossimità. La molteplicità di carismi presenti in parrocchia deve essere uno stimolo per iniziare a ragionare come comunità trovando vie nuove che ci permettano di uscire dai nostri «confortevoli cenacoli», focalizzando l’attenzione sulle categorie più fragili che, in questo momento, hanno sofferto di più. L’invito finale è di decentrare la propria azione pastorale, uscendo dagli schemi e dai singoli cammini, e riposizionandoci accanto all’altro, stando sempre attenti ad essere misurati nell’essere presenti. Tutto ciò senza dimenticare la necessità della preghiera individuale e familiare, vivendo la casa come chiesa domestica. Don Vito, con semplicità e schiettezza, ha aperto lo sguardo ad una cristianità genuina, costituita da piccoli ma grandi gesti d’amore. Anche il parroco, padre Pasquale Macchia, nei saluti finali ha voluto ricordare Lilli, augurando a tutti i partecipanti di essere cristiani che non si tirano indietro di fronte alle difficoltà e alimentano la virtù della speranza, proprio come lei ha sempre fatto.
Come ogni prima domenica di febbraio, da 45 anni a questa parte, la Chiesa italiana rinnova questo appuntamento di preghiera e, soprattutto, riflessione sul grande tema della vita.
Ieri la presa di possesso canonico del nuovo presule dell’arcidiocesi bruzia. Nella sua omelia di inizio ministero episcopale l’invito: «Siamo chiamati ad essere sale e luce»
Ecco la puntata di oggi del percorso Podcast intrapreso dall’arcivescovo di Reggio Calabria – Bova, monsignor Fortunato Morrone.
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