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In occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre, il Seminario Arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria ha ospitato un incontro significativo dal tema "La violenza sulle donne", con l’obiettivo di sensibilizzare i futuri presbiteri e, attraverso di loro, l'intera comunità, sul fenomeno e sulle sue implicazioni storiche, sociali ed educative.
L'incontro, organizzato nell’ambito della formazione umana dei seminaristi, ha visto la partecipazione dell’avvocato Monica delle Donne e dell’avvocato Caterina Latella, esperte in materia e impegnate nella sensibilizzazione.
Il dialogo, ospitato presso il Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria, è iniziato con un'analisi approfondita dell'evoluzione storica della legislazione in materia di violenza contro le donne. Le due avvocate hanno illustrato come il nostro sistema giuridico sia passato da una condizione in cui la violenza domestica veniva spesso giustificata da concetti come il "delitto d’onore" e il "matrimonio riparatore" a una legislazione che oggi combatte attivamente la violenza di genere, riconoscendo i diritti delle donne e punendo con fermezza ogni forma di abuso.
Il "delitto d’onore", che in passato consentiva all’uomo di agire violenza nei confronti della donna in difesa del proprio onore, è stato abolito, segnando un passo fondamentale nella lotta per l'emancipazione femminile. Analogamente, il concetto del "matrimonio riparatore", che prevedeva che un uomo potesse "compensare" la violenza commessa contro una donna sposandola, è stato definitivamente rifiutato dalla legislazione moderna, a favore di una visione più equa e rispettosa delle donne.
Un altro tema centrale dell'incontro è stato l’analisi delle "relazioni malsane", che possono sfociare in violenza fisica, psicologica o emotiva. Le avvocate hanno sottolineato l'importanza di un lavoro preventivo mirato, che deve essere realizzato soprattutto nel contesto giovanile. È fondamentale, infatti, intervenire sin da giovani per sensibilizzare i ragazzi e le ragazze sul rispetto reciproco, sull’uguaglianza e sull'importanza di relazioni sane, basate sul dialogo, sull'amore e sulla comprensione. L'incontro ha voluto far emergere l’urgenza di educare le nuove generazioni a liberarsi da modelli distorti, che vedono la donna come oggetto o proprietà dell'uomo, contribuendo così a formare una società più giusta e paritaria.
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Le avvocate hanno evidenziato come l'educazione nelle scuole e nei gruppi giovanili possa essere un'arma potente per contrastare la violenza di genere, insegnando sin da piccoli il valore del rispetto, della non violenza e della parità tra uomini e donne. È emerso un appello forte alla necessità di sensibilizzare e informare i giovani su come riconoscere segnali di manipolazione, controllo e abuso nelle relazioni, creando consapevolezza su come prevenire tali dinamiche.
Durante l'incontro non sono mancati momenti di riflessione e alcune provocazioni sul ruolo della Chiesa, in particolare nel suo assetto più istituzionale, riguardo alla lotta contro la violenza sulle donne. È stato sottolineato come l’impegno ecclesiale non debba limitarsi a un mero ascolto delle vittime, ma debba farsi promotore di un cambiamento profondo, partendo dall'annuncio di una visione cristiana della donna, che ne valorizzi il ruolo nella famiglia e nella società.
Il Rettore del Seminario, nel suo intervento introduttivo, ha chiarito che: "pur essendo la Chiesa un luogo di accoglienza, sostegno e formazione, è cruciale che essa assuma un impegno attivo nella promozione di una pastorale integrata con le altre agenzie educative del territorio. La Chiesa, ha aggiunto, deve avere il coraggio di leggere le criticità del nostro tempo, riconoscendo i segni del conflitto che abitano tante famiglie e il cuore di molti uomini, talvolta poco lucidi nella percezione del problema e nella ricerca di soluzioni autentiche".
Il Rettore ha anche richiamato l'importanza di un’educazione cristiana che formi uomini e donne capaci di relazioni sane, basate sul rispetto reciproco e sull'amore disinteressato. Solo così, attraverso un impegno congiunto e profondo, sarà possibile contribuire a eliminare la violenza e a costruire una società in cui ogni donna sia rispettata e valorizzata.
L’incontro si è concluso con un forte appello alla comunità ecclesiale e ai seminaristi presenti. Il Rettore ha ricordato che, come futuri presbiteri, è compito di ogni sacerdote essere testimone e promotore di una cultura del rispetto, impegnandosi attivamente nella prevenzione della violenza sulle donne, sia a livello spirituale che pratico. È essenziale che la Chiesa, con il suo ruolo educativo e di accompagnamento, contribuisca alla costruzione di una società più giusta, capace di superare le violenze e le discriminazioni, maturando un linguaggio che manifesti interesse per la persona e accoglienza.
L’incontro ha rappresentato un passo importante nel cammino di formazione umana e sociale dei futuri presbiteri, sottolineando l'urgenza di affrontare la violenza sulle donne non solo come un problema sociale, ma come una questione che riguarda profondamente l’essere umano, la sua dignità e il suo posto nel disegno divino. Solo attraverso l’impegno quotidiano per la giustizia, la solidarietà e la promozione del rispetto reciproco sarà possibile costruire una vera cultura di pace e uguaglianza.
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