Avvenire di Calabria

L’assessore reggino determina i tempi: «Stiamo lavorando per farcela entro la fine dell’anno»

Welfare, gli impegni di Delfino: Piano di zona e senzatetto

Federico Minniti

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È già la seconda volta che “intercettiamo” l’assessore Demetrio Delfino da quando è transitato dalla poltrona di presidente del Consiglio comunale a quella di responsabile politico del Settore Welfare del Comune di Reggio Calabria. La voglia di confrontarsi (rispetto al passato) c’è, il pragmatismo pure. Ostinatamente ci vogliamo attenere alla prova dei fatti e, durante il forum a tre voci con la Caritas diocesana di Reggio Calabria -Bova, abbiamo registrato dei precisi impegni da parte di Delfino in tema di politiche sociali.

La definizione del Piano di zona e dell’iter burocratico per la casa definitiva per i senzatetto in zona Eremo (via Vallone Mariannazzo): questi gli obiettivi da qui al dicembre 2021 che l’assessore dà a se stesso e alla sua squadra (ridottissima) in servizio presso gli uffici del Cedir.

«È un settore ostico, devo imparare molto» confessa Delfino che non nasconde le criticità: «Da dicembre abbiamo aumentato il numero di assistenti sociali a disposizione: da 4 a 5 per una città di quasi 200mila abitati.

Un rapporto di un assistente sociale ogni 40mila cittadini: così è impossibile». Anche perché l’ufficio è sottodimensionato rispetto ad altre figure-chiave. Parliamo di impiegati che lavorino alla «progettazione e rendicontazione delle risorse che arrivano dai fondi a cui attingiamo».

Perché paradossalmente, svela Delfino, «il problema non sono i soldi, né l’impatto sul bilancio comunale che è esiguo». Il Welfare vive di linee di finanziamento esterne che vengono attratte dal settore “Politiche Comunitarie” che, però, è funzionale a tutto l’Ente. «Il sindaco mi ha promesso che entro l’inizio dell’estate verranno banditi i primi concorsi: farò di tutto per implementare le nostre risorse umane».

Manca il personale, ma in questi anni - ad onor del vero - la politica ha annunciato roboanti azioni di rinnovamento del Welfare cittadino salvo poi “appoggiarsi” quasi totalmente al mondo del volontariato. «Per questo definire il Piano di zona è ancor più fondamentale: è questo documento che ci consentirà di definire bisogni e interventi. E di farlo partendo proprio dal dialogo su chi, come la Caritas e le altre organizzazione del Terzo Settore, è in prima linea a fronteggiare le emergenze».

Torna il tema della coprogettazione sociale. Quasi un’utopia riguardando gli ultimi decenni di amministrazione pubblica in riva allo Stretto. Ma Delfino veste i panni del “rottamatore” anche rispetto ad alcune azioni-simbolo della passata legislatura. Partendo dalla casa definitiva per i senzatetto: archiviata l’opzione-Pietrastorta e avviata temporaneamente l’attività nelrione Sbarre («lo abbiamo visto portare fisicamente le brandine», ci dice don Nino Pangallo, direttore della Caritas reggina), la soluzione è in un bene confiscato in via Vallone Mariannazzo, zona Eremo. «Sono state già deliberate le risorse necessarie per metterlo a nuovo, l’obiettivo reale è quello di renderlo disponibile per prevenire l’emergenza-freddo del 2022», spiega Delfino. Noi annotiamo e gli promettiamo di “stargli addosso”. Altra retromarcia riguarda il servizio di trasporto per le persone con disabilità che i suoi predecessori e attuali colleghi di maggioranza avevano trasformato in un voucher per le famiglie. «Questa soluzione non funziona: stiamo lavorando per predisporre nuovamente un servizio che sia gestito direttamente dal Comune» afferma il riferimento reggino dell’ormai ex ministro della Salute, Roberto Speranza.

Sui centri diurni, Delfino declina le linee di impegno: «Vanno aumentati in termini numerici, sono troppo pochi per soddisfare un bisogno sempre più emergente». E ancora: sostegno al reddito per chi è stato colpito dalla crisi economica scaturita dalle chiusure per coronavirus e cura delle periferie degradate.

«Insomma, glielo dicevo che il settore è complesso...».

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