Avvenire di Calabria

Xenofobia e atei devoti, il Vangelo non si doma

L'arcivescovo Morosini predica il comandamento dell'Amore, inviso ai benpensanti di tutte le epoche

Francesco Creazzo

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«Consideriamo tuttavia che gli stessi, in quanto uomini veri quali sono, non solo sono capaci di ricevere la fede cristiana, ma anelano sommamente la stessa; facendo ricorso all’autorità apostolica determiniamo e dichiariamo con la presente lettera che e tutte le genti che in futuro giungeranno alla conoscenza dei cristiani, anche se vivono al di fuori della fede cristiana, possono usare in modo libero e lecito della propria libertà e del dominio delle proprie proprietà; che non devono essere ridotti in servitù e che tutto quello che si è fatto e detto in senso contrario è senza valore». Così, nel 1537, parlava degli indios del nuovo mondo papa Paolo III. Autorevoli fonti sostengono che il pontefice rinascimentale non fosse un tesserato del Partito Democratico.

Nel 2018, invece, simili sospetti vengono adombrati a carico dell’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria–Bova, Giuseppe Fiorini Morosini. «Ti aspetti di sentire un Padre Nostro, invece arriva il comizio del Pd». Ecco la risposta di una significativa parte della città, rimbalzata via Social, alle parole pronunciate dall’arcivescovo Morosini nel corso del rito della Consegna dell’effige della Madonna Consolazione durante la processione del Sabato. «La xenofobia non è né ragionevole né cristiana. Non lasciamoci ingannare da chi vuol giustificare questa vergognosa caccia allo straniero come impegno a salvaguardare i valori cristiani. Davanti alla Madonna vi dico, con la forza della fede: questa è una menzogna diabolica», aveva osato dire la guida dei fedeli reggini, scatenando le ire di tanti atei devoti. Accuse di “politicizzazione” del Vangelo, commenti anche salaci e violenti nei confronti del presule che stonano con l’atmosfera di unità cittadina che la festa patronale porta con sé. Le parole del vescovo, insomma, sono state definite “politiche”.

C’è poco da ribattere alle accuse: è vero.


È vero perché il Vangelo è profondamente divisivo, è politico, è uno. È scelta totale e integrale di amore verso il prossimo, specialmente quando questi è ferito, ultimo, intoccabile. È figlio del cristianesimo il riconoscimento di un’unica umanità senza distinzioni di razze.

Il 15 luglio 1938, il giorno dopo la pubblicazione delle infami leggi razziali varate dal governo Mussolini, durante un’udienza, papa Pio XI dice: «Oggi stesso siamo venuti a sapere qualcosa di molto grave. Si tratta, ora, di una vera apostasia». E aggiunge parole contro «quel nazionalismo esagerato, che ostacola la salvezza delle anime, che innalza barriere tra i popoli». Il 21 luglio, ricevendo gli assistenti ecclesiastici di Ac, ritorna sulla questione: «Cattolico – dice il Papa – vuol dire universale, non razzistico, nazionalistico, separatistico». Queste ideologie – continua – finiscono «con il non essere neppure umane». Il 28 luglio rivolgendosi a Propaganda Fide, Pio XI ribadisce: «Il genere umano non è che una sola e universale razza di uomini. Non c’è posto per delle razze speciali. La dignità umana consiste nel costituire una sola e grande famiglia, il genere umano, la razza umana». I documenti dell’epoca, anche qui, sono chiari: papa Ratti non era un comunista.

Chi vuol ridurre il messaggio cristiano a un Padre Nostro, la presenza della guida spirituale della diocesi a una semplice benedizione, vuole rendere innocui la Chiesa e il Vangelo. Il problema è che la Chiesa non è innocua, il Vangelo non è addomesticabile, la Verità non è pieghevole o tascabile. Ed è immutabile, con buona pace delle anime di sinistra che non accettano le norme morali, e di quelle di destra che vedono nel più debole il bersaglio su cui sfogare le proprie paure e le proprie frustrazioni. Il Vangelo è uno, integrale, e il vescovo ha il coraggio di dirlo. I cattolici non si domano: ribelli per natura perché naturalmente all’opposizione di qualsiasi idea che violi l’integrità della scintilla divina nel cuore dell’uomo, non dicono solo il Padre Nostro, ma anche e soprattutto la Verità.

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