Avvenire di Calabria

La giovane, appena 33enne, era vicesindaco del piccolo centro di Amendolara, dove ha nutrito la carità della politica

Amendolara, comunità in preghiera per Ilaria Gentile

Ieri nella parrocchiale Madonna della Salute, si è svolto il primo incontro del Gruppo di preghiera dedicato alla giovane

di Rocco Gentile

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Comunità in preghiera per Ilaria Gentile. Fiaccole accese all'interno e all'esterno dell'edificio sacro, luci soffuse e due banner roll up con la sua foto. E l'ultima frase pronunciata in un lettino dell'Ospedale "Madonna delle Grazie", di Matera, prima di volare in Paradiso. Che ha toccato i cuori dei tanti presenti. Omaggiati di una collanina con il Tau, donato dal Vescovo di Cassano monsignor Francesco Savino.


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«Lassù il cielo è di un azzurro bellissimo. C'è san Francesco e san Michele», queste le parole di Ilaria, prima di chiudere gli occhi. In Chiesa anche stavolta, come del resto ai suoi funerali, si è respirata aria di festa. Proprio come lei aveva chiesto prima di lasciare la vita terrena. «Se il Signore dovesse chiamarmi, non voglio strade o edifici che portano il mio nome, ma se volete rendermi felice amici miei, costituite un gruppo di preghiera», ancora la richiesta di Ilaria Gentile. E così è stato.

Tanta commozione quindi, ma anche gioia all'interno della chiesa parrocchiale Madonna della Salute di Amendolara Marina. Con tanti giovani e non, provenienti anche da Sibari e da altri paesi viciniori. In tanti hanno voluto partecipare al primo incontro del neonato Gruppo di preghiera dedicato al compianto assessore comunale alla cultura, pubblica istruzione e famiglia, Ilaria Gentile, morta prematuramente a causa di un male incurabile, lo scorso 18 dicembre a soli 33 anni, lasciando il marito e una splendida bambina di 3 anni.

«Stasera abbiamo scelto di non rimanere a casa, di non andare altrove, di non vivere una serata di un giovedì qualunque. Siamo venuti qui per dire al Signore grazie del grande dono che ci ha fatto. Il dono dell’amicizia che in Ilaria, nostra sorella, si è manifestato. In sua memoria, noi siamo qui». Con queste parole ha esordito don Nicola Arcuri nella sua orazione. Ed è andato avanti nel suo dire, toccando l'intimo e la coscienza dei presenti. «Ilaria passava molto tempo con Te o Signore, e ci raccomandò anche a noi, di fare lo stesso. In una confessione mi riferì che se il Signore l'avesse chiamata, non avrebbe desiderato altro che un gruppo di preghiera. Ed ora, Tu ce l’hai lì con Te per sempre nostro Dio».

Per quasi due ore, don Nicola insieme a don Luca Pitrelli, (in chiesa tra i banchi era presente anche don Vincenzo Santalucia, mentre tra i lettori si sono succeduti molti giovani), ha raccontato Ilaria dal pulpito. Lo ha fatto davanti al Santissimo illuminato sull'altare, ai suoi amici di sempre, a chi è stato con lei, fino all'ultimo respiro.

«Ogni cosa ha il suo tempo diceva Ilaria- ha ammonito don Nicola -. Quante volte non troviamo il tempo per apprezzare la semplicità del quotidiano, il sorriso del vicino, l’amore di quelli che ci circondano, una telefonata con un amico che non sentiamo da tempo, il viso di coloro che Dio pone sulla nostra strada, un pranzo in compagnia di amici». E ancora. «Stasera Signore sentiamo forte il bisogno di godere il Tuo Amore. Ognuno di noi è al termine di una giornata che  chi più, chi meno, ha vissuto pienamente, ma ora abbiamo voluto fermarci, avere quest’incontro cuore a cuore solo con Te, e sappiamo che con noi c’è anche Ilaria,  perché Tu, Signore, le hai dato il permesso di stare con noi questa sera».


PER APPROFONDIRE: Cassano allo Ionio, nasce un gruppo di preghiera intitolato a Ilaria Gentile


Don Arcuri poi ha raccontato degli aneddoti. «Ogni mattina, prima di andare a fare la chemioterapia a Bari, Ilaria veniva presto in Chiesa per la comunione. E quando le chiedevo come si sentisse, rispondeva, mi sento bene perché mi affido totalmente alla volontà di Dio. Lei pregava tanto, ma non lo diceva. Le azioni importanti si fanno e non si dicono». Questa era Ilaria, ha concluso don Nicola. «Non gridiamo Santo subito, nessun santo ha fatto cose straordinarie, ma certamente non possiamo non meditare sul suo pensiero e sugli insegnamenti cristiani che ha voluto lasciarci come eredità».

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