Avvenire di Calabria

L’Istat fotografa la “fuga” verso il Nord: il virus non ha frenato la tendenza. Dopo le scuole superiori, il futuro dei ragazzi è lontano da casa

Aumentano i fuorisede. Sempre più calabresi fuori regione

Il Mezzogiorno esporta intelligenze: l’arrivo dei giovani laureati permette ovunque un riequilibrio rispetto ai residenti che disertano gli atenei

di Redazione Web

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Aumentano i fuorisede. Sempre più calabresi fuori regione. L’Istat fotografa la “fuga” verso il Nord: il virus non ha frenato la tendenza. Dopo le scuole superiori, il futuro dei ragazzi è lontano da casa. Prosegue la lenta redistribuzione della popolazione nel Bel Paese. A Crotone il primato delle partenze, la Lombardia è la meta privilegiata. Il Mezzogiorno esporta intelligenze: l’arrivo dei giovani laureati permette ovunque un riequilibrio rispetto ai residenti che disertano gli atenei

Aumentano i fuorisede. Sempre più calabresi fuori regione

Il coronavirus non frena l’emorragia generazionale: tantissimi giovani, subito dopo il diploma, fanno la valigia per cercare fortuna al Nord. La “grande fuga” coinvolge su larga scala tutto il Mezzogiorno d’Italia, seppure è la Calabria a registrare il record percentuale di partenze con 7 calabresi su 1000 che si sono stabiliti altrove. A darne notizia è l’Istat col tradizionale rilevamento annuale. Di fronte alle novità introdotte dalla pandemia - che ha ristrutturato il paniere dei consumi degli italiani - c’è una triste conferma, quindi, che riguarda la Calabria e il Sud. Un rapporto, ormai osmotico, con le regioni del Nord che - proprio grazie all’arrivo delle intelligenze meridionali - recuperano il numero di giovani laureati a disposizione.


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Le consistenti migrazioni interne del secolo scorso, che hanno interessato prevalentemente la direttrice Mezzogiorno verso il Centro-nord, hanno avuto come effetto – scrive l’Istat – una progressiva redistribuzione della popolazione, causando un impoverimento strutturale di intere aree in termini sia di spopolamento sia di depauperamento di risorse qualificate.

Negli ultimi 10 anni sono stati circa 1 milione 139mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centronord e circa 612mila quelli sulla rotta inversa. Il bilancio tra uscite ed entrate si è tradotto in una perdita netta di 527mila residenti che equivale alla perdita di un’intera regione come la Basilicata. La regione del Mezzogiorno da cui si parte di più è la Campania (29% delle cancellazioni dal Mezzogiorno), seguita da Sicilia (24%) e Puglia (18%). In termini relativi, rispetto alla popolazione residente, il tasso di emigratorietà più elevato si ha in Calabria (oltre 7 residenti per 1.000).

Tassi sopra il 6‰ si registrano per Basilicata e Molise. La regione verso cui si dirigono prevalentemente questi flussi è, in termini assoluti, la Lombardia (27%) ma, in termini relativi, l’Emilia-Romagna è quella che li attrae di più (4 trasferimenti dal Mezzogiorno per 1.000 residenti nel Centro-nord). La provincia del Mezzogiorno da cui si registrano più partenze verso il Centro-nord è Napoli in termini assoluti (15% del totale delle partenze) mentre Crotone ha il tasso di emigratorietà più elevato: 11 residenti su 1.000 si spostano al Centro-nord. Viceversa, la provincia centro settentrionale più attrattiva è Bologna (6‰).


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Negli ultimi dieci anni, il 41% dei cittadini italiani di 25-34 anni partiti dal Mezzogiorno verso il Centronord sono in possesso di almeno una laurea; uno su tre, invece ha il diploma. Nello stesso periodo, tuttavia, sono aumentati anche gli espatri soprattutto di giovani con un titolo di studio universitario. Le giovani risorse qualificate provenienti dal Mezzogiorno costituiscono dunque una fonte di capitale umano per le aree maggiormente produttive del Nord e del Centro del Paese e per i paesi esteri.

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