Avvenire di Calabria

Tra “dirette” e risonanze in parrocchia, gli incontri del Sinodo, programmati nell’arco di ogni mese, sono partiti sul territorio della diocesi di Reggio-Bova

Cammino sinodale a Reggio Calabria. L’opinione di un laico: «Sentirsi compagni di viaggio»

Sui primi passi mossi fino a qui: «È un cammino ancora da affinare, avendo cura e godendo più del “viaggio” che della “meta”», scrive Carmine Gelonese

di Carmine Gelonese

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Cammino sinodale. L'opinione di un laico: «Sentirsi compagni di viaggio». Tra “dirette” e risonanze in parrocchia, gli incontri del Sinodo, programmati nell’arco di ogni mese, sono partiti sul territorio della diocesi di Reggio-Bova.

Cammino sinodale a Reggio Calabria, l'opinione di un laico

«La stessa ragione del viaggio è viaggiare», cantava De Andrè. Pensando al cammino sinodale, questa frase mi ritorna spesso in questi giorni. Papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa tratta a percorrere un nuovo tratto di strada, alla (ri)scoperta della sua stessa natura, sinodale, e delle forme della sua presenza in questo momento, in questa epoca storica così incerta e drammatica, ma anche ricca di opportunità per la Chiesa stessa se si lascia (se ci lasciamo) guidare dall’azione dello Spirito.


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Il cammino sinodale diocesano ha una scansione mensile, ed è generato dalla Parola, che viene meditata il primo mercoledi di ogni mese in Cattedrale, nel cuore della diocesi, aperta a tutti in presenza e in rete con quanti non riescono ad essere fisicamente presenti. La scelta degli Atti degli Apostoli ci invita a costruire la Chiesa dei prossimi anni guardando alla Chiesa dei primi passi, quella della missione, dell’attrazione, dell’apostolato, del confronto, della condivisione. Abbiamo iniziato il 3 novembre con il racconto della Pentecoste; alcune parrocchie erano collegate in streaming. Nella seconda settimana le comunità parrocchiali si sono confrontate sul brano, con quella dinamica dell’ascolto pieno e disteso che deve caratterizzare tutto il Sinodo. A tutti viene chiesto di parlare con semplicità e parresìa, cioè in modo trasparente e autentico, libero e personale, avendo la capacità di far emergere difficoltà e sofferenze, ricchezze e domande. Sono già arrivati diversi resoconti di incontri positivi, di ascolto “educato” e sincero.


PER APPROFONDIRE: Cammino sinodale a Reggio Calabria, ieri la seconda lectio di padre Sergio Sala


Nelle due settimane successive si chiede in particolare ai gruppi di catechesi, alle associazioni e movimenti ecclesiali (senza stravolgere i programmi, ma inserendosi in essi e coinvolgendo i partecipanti) di “portare avanti” questa operazione di ascolto, confrontandosi su un nucleo di domande/ temi legati al brano degli Atti, individuati con l’arcivescovo da un’equipe sinodale diocesana e tratti dal documento preparatorio sinodale della Cei. Non si tratta di rispondere a un questionario, ma di sapersi rapportare con le persone, specialmente quelle più ai margini della vita ecclesiale, su questioni essenziali per “vivere in modo sinodale”, intercettando in particolare le famiglie, i giovani, i poveri, il mondo della cultura, della politica, dell’economia.

Solo la prima domanda posta a novembre potrebbe impegnarci per anni: «Chi sono oggi i nostri compagni di strada nel cammino ecclesiale»? Non è una questione teorica o impalpabile, ma molto concreta, se posta alle persone giuste: per quanti ad esempio, ancora oggi, anche nelle nostre comunità, il popolo di Dio si restringe a chi frequenta un singolo movimento o la cerchia del parroco, e non viene sentito come «infinitamente più numeroso degli operai della vigna che cercano di sottrarla al Signore continuando a proclamare il loro diritto di disporne»? È un cammino ancora da affinare, avendo cura e godendo più del “viaggio” che della “meta”.

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