Avvenire di Calabria

Diocesi: Milano, delegazione in Terra Santa. Don Pavanello: “I pellegrinaggi fanno sentire i cristiani parte della Chiesa universale”

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


“La situazione in Terra Santa è nota e, purtroppo, non si colgono grandi cambiamenti. Una certa rassegnazione pare il denominatore comune di una vita sospesa. L’immagine più somigliante per descrivere la condizione della zona è quella del cappuccino: è difficile separare il caffè dal latte”. Ricorre a una metafora semplice e immediata, don Massimo Pavanello, responsabile del Servizio per la pastorale del turismo e dei pellegrinaggi della diocesi di Milano, che ha guidato il viaggio della delegazione ambrosiana nella terra del Signore, anche al fine di preparare il pellegrinaggio che compiranno i vescovi lombardi nel prossimo ottobre. “Tuttavia – dice al Sir don Pavanello, alla vigilia del ritorno in Italia – è possibile avvertire, in questo caffè, per continuare con l’immagine simbolica, un gusto intenso. Un aroma ricercato, condiviso dalla delegazione ambrosiana che oggi conclude il proprio viaggio fatto di incontri programmati e momenti che hanno lasciato cadere nel cuore di ciascuno semi di resurrezione. Come con la testimonianza delle donne incontrate nel deserto: beduine fiere, intraprendenti e procreatrici di futuro. Così come le religiose comboniane che le supportano. Oppure le giovani ragazze di Betlemme che, con il contributo dell’agenzia Duomo Viaggi e dall’Azione cattolica ambrosiana, dimoreranno qualche giorno a Milano prima di raggiungere Roma in occasione del prossimo giubileo dei giovani”.
E non manca un appello che arriva dalla Chiesa locale di cui si fa voce la delegazione della Curia milanese, “quello di non ritardare, per paura, la ripartenza dei pellegrinaggi. Dal punto di vista della sicurezza essi, infatti, non comportano rischi e, dal punto di vista morale e psicologico, sono corroboranti per i cristiani di questa terra. Li fanno sentire membri di una Chiesa universale che si ricorda di loro, piccolo gregge. Tutti i cristiani, del resto, sono in debito con la comunità di Gerusalemme che ha originato la fede di ciascuno”, conclude don Pavanello.

Fonte: Agensir

Articoli Correlati

Tags: