Avvenire di Calabria

Intervista alla dirigente del settore Tutela del territorio e Ambiente della Città metropolitana

Fiumare, da rischio a risorsa: il piano della MetroCity di Reggio Calabria

Catalfamo: «Il punto di forza del nuovo strumento di cui ci siamo dotati è che sono coinvolti tutti gli attori del territorio ai vari livelli»

di Francesco Chindemi

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Dissesto idrogeologico: riflettori nuovamente accesi dopo i danni ingenti causati dalle ultime precipitazioni non solo in Emilia Romagna, ma anche in altre regioni d'Italia, tra cui la Calabria Con la dirigente del settore Tutela del territorio e Ambiente della Città metropolita di Reggio Calabria, Domenica Catalfamo diamo il via a un ciclo di approfondimenti sulla delicata questione.

Dissesto idrogeologico e fiumare in Calabria, le soluzioni possibili

Le fiumare possono rappresentare un potenziale pericolo, ma se ben “curate” una risorsa. Il tema è tornato prepotentemente di attualità alla luce degli ultimi eventi alluvionali che hanno colpito la zona nord della Calabria e, con foga maggiore, altre regioni d’Italia.


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È pur vero che spesso fare un paragone può risultare azzardato per via non solo della conformazione orografica dei territori, ma anche per il modo in cui l’uomo ha sfruttato il suolo creando le condiziono per potenziali rischi. Ma quanto accaduto in Emilia Romagna ha riacceso i riflettori su un problema di cui si parla da anni, ma mai realmente superato e che, da Nord a Sud, accomuna l’intero Paese: il rischio idrogeologico.

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Ex assessore regionale alle infrastrutture. L'ingegnere Catalfamo guida il settore ambiente della MetroCity.

Ne abbiamo parlato con l’ingegnere Domenica Catalfamo, dirigente del settore Tutela del territorio e dell’ambiente della Città metropolitana di Reggio Calabria.

Ingegnere, il rischio idrogeologico è purtroppo ancora un problema.

Certamente, nonostante caratteristiche geomorfologiche diverse tra la Calabria e l’Emilia Romagna, dove quanto è successo è concausa di un uso molto intensivo del suolo.

Tuttavia, qui da noi, non possiamo sottovalutare il potenziale rischio rappresentato dalla potenziale impetuosità delle nostre fiumare che attraversano buona parte del nostro territorio.

A proposito di fiumare, come si può intervenire per mitigarne i rischi?

Riequilibrando i corsi d’acqua, attraverso un’adeguata gestione delle procedure di estrazione dei materiali litoidi, riducendo il rischio idrogeologico da esondazione che è poi l’obiettivo che come città metropolitana ci siamo dati con la definizione e l’approvazione di un nuovo regolamento su cui come settore abbiamo lavorato nel corso dell’ultimo anno.

In cosa consiste?

Si tratta di uno strumento che si pone come ulteriore misura a difesa del territorio, con azioni concrete di prevenzione, attivando una nuova metodologia di lavoro per un virtuoso ciclo tra prelievo materiale litoide dagli alvei, mantenimento della officiosità idraulica, salvaguardia delle comunità e valorizzazione dell’ambiente. Potrà essere utilizzato in maniera efficace dai Comuni, dai professionisti e delle varie istituzioni interessati.

I torrenti da potenziali minacce diventano risorsa?

Non a caso il regolamento si basa su un sistema di economia circolare con significativi benefici per l’ambiente. Il materiale estratto dagli alvei, oltre a fungere da barriera protettiva può essere immesso sul mercato, ad esempio per usi edilizi o la realizzazione di grandi opere come il Ponte. C’è, comunque, una prospettiva che prevede un ritorno economico anche per gli enti che lo adotteranno. Inoltre il territorio ne beneficia doppiamente.

Per quale motivo?

Intervenire sul sovralluvionamento dei corsi d’acqua, consentendo da un lato di togliere del materiale in eccesso dai fiumi, dall’altro ci consentirebbe di utilizzarlo per il ripascimento delle nostre coste e, quindi, combattere il fenomeno dell’erosione.

Sarebbe una novità per il nostro territorio?

Non proprio. È quanto abbiamo fatto, ad esempio, per i lavori della Gallico-Gambarie. Il materiale in eccesso che era presente nell’alveo della fiumara Gallico è stato estratto e riutilizzato in loco per il cantiere, contribuendo a migliorare l’assetto del territorio circostante, anche sotto l’aspetto della sicurezza, a difesa dell’importante infrastruttura viaria.

Quali sono oggi, se ce ne sono, le principali criticità delle politiche di tutela del territorio?

Spesso su una stessa questione intervengono più soggetti senza che la mano destra sappia cosa faccia quella sinistra con tutte le conseguenze del caso quando ad esempio parliamo proprio di tutela del territorio. Un limite che ho riscontrato anche quando ero assessore regionale. Serve fare invece fare squadra, come faremo a breve, a livello metropolitano, con l’insediamento di un tavolo sull’erosione costiera.


PER APPROFONDIRE: Dissesto idrogeologico, Calabria terra fragile e con difficoltà di spesa pubblica


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