Avvenire di Calabria

L'intervento del leader "La Strada" che analizza il primo anno della secondo consiliatura guidata da Falcomatà

Falcomatà-bis, l’accusa di Saverio Pazzano: «Totale assenza di confronto»

Il consigliere comunale non salva nulla dell'operato e attacca: «Atteggiamento autoassolutorio irrispettoso»

di Saverio Pazzano *

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Falcomatà-bis, l'accusa di Saverio Pazzano: «Totale assenza di confronto». Il leader del movimento "La Strada" analizza il «secondo tempo» col quale, all'inizio della legislatura, aveva auspicato una collaborazione istituzionale.

Pazzano sul Falcomatà-bis

Da qualunque punto di vista lo si guardi nel primo anno del Falcomatà-bis non c’è nulla da salvare. Subito dopo la vittoria al ballottaggio sembra essere diventato vittima del peggior se stesso, amplificando tutti i difetti che avevano caratterizzato il primo mandato e che potevano essere corretti: totale distacco dai problemi reali del territorio, persistente rifiuto al confronto, imbarazzante attitudine agli alibi per ogni responsabilità, scelta di una squadra di governo certo non orientata alle competenze.

La distanza col territorio

Da qui discende una istituzione comunale molto lontana dalle istanze della cittadinanza, incapace finora di dare risposte concrete ai bisogni essenziali senza i quali Reggio resta ampiamente sotto la soglia di vivibilità. Il tempo della pandemia – che poteva e doveva servire a intervenire sugli aspetti programmatici della macchina amministrativa – è stato purtroppo strumentale a rafforzare gli aspetti retorici e pietistici, quando invece fuori dall’agenda dell’organizzazione comunale restano le ferite più gravi della città: la strutturale carenza idrica, la raccolta dei rifiuti, la totale assenza di manutenzione ordinaria solo per citare le più evidenti.


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Cresce la rassegnazione

Ferite che, di fatto, aggravano le condizioni delle fasce più deboli della popolazione e che ci fanno assistere a un reale impoverimento dei diritti in città. Crescono la rassegnazione, la sfiducia nell’istituzione comunale, l’idea che questa città sia perduta. Parole che non avrei mai voluto scrivere, ma chiunque abbia un po’ di onestà intellettuale e ascolti la città non può cogliere che questi segnali di “dismissione”, soprattutto da parte di quei giovani con cui dovremmo seminare presente e futuro di questa terra.

Il governo dei buoni contro i cattivi cittadini

La possibile estinzione del debito comunale non ha prodotto alcun beneficio per la popolazione fino ad oggi, piuttosto quello che emerge a distanza di un anno dall’inizio della nuova consiliatura è un aumento delle marginalità, un indebolimento della coesione sociale. In ultimo – ma solo per ragioni di sintesi – questo secondo tempo si è caratterizzato per una lettura interpretativa che ho sempre trovato irrispettosa e non civile: il fatto che esista un governo “dei buoni” circondato da “buoni cittadini” in balia dei cosiddetti “riggitani”. Questa chiave autoassolutoria e di autolegittimazione ha in più l’aggravante di rompere quel senso di comunità che invece dovrebbe essere la forza di Reggio.


PER APPROFONDIRE: Un anno dall’inizio del «secondo tempo», parla il sindaco Falcomatà


Senza ascolto, non c'è cura per la Città

La Politica ha il dovere di rinsaldare la comunità, di partire dalla comunità per sortire insieme dai problemi, direbbe don Milani. L’atteggiamento di chi punta il dito e crea – con un aplomb monarchico più che democratico – quasi una categoria antropologicamente “perduta” deve essere assolutamente corretto: da qui deriverà un atteggiamento istituzionale diverso, propenso all’ascolto delle marginalità, aperto alla critica e all’autocritica come primo, indispensabile, efficace strumento per orientare e organizzare l’amministrazione. L’ascolto: senza di esso non c’è cura per la città.


* La Strada

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