Domani in edicola: autonomia differenziata, sanità da curare e sogni (im)possibili
Gli approfondimenti di vita ecclesiale, oltre ai temi di attualità, cultura e diritti, arricchiscono il prossimo numero del nostro giornale.
Foibe, l'opinione di Tarquinio: «Abbiamo bisogno di questo ricordo». Il direttore di Avvenire commenta le tante lettere ricevute dalla redazione in occasione della Giornata del Ricordo.
Le foibe sono ferite nella terra e cicatrici nella memoria delle donne e degli uomini di retta coscienza. Per questo Giorno del Ricordo, il diciottesimo che l’Italia celebra, ho scelto lettere diversamente provocanti. È potente la saldatura che Mario Sani fa tra il ricordo e i sentimenti della madre esule e il gesto luminoso e forte di dolore e di riconciliazione compiuto dai presidenti Mattarella e Pahor davanti alla foiba di Basovizza. È delicato e bellissimo l’appello ai ragazzi di Maria Grazia Stepancich a tener cari i ricordi più semplici per essere solidali con coloro che proprio a partire da piccoli ricordi hanno dovuto e saputo ricostruire la propria vita, dando senso e anima alle sofferenze subite, all’esilio ingiusto, all’identità custodita.
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È saggia e preziosa, soprattutto in questo tempo sbadato e sbandato, la raccomandazione di Alessandro Franzetti a ricordare sempre le vittime dell’odio etnico e politico e a non dimenticare che libertà e democrazia vanno difese sempre e per tutti. Proprio per tutti. È appassionata la perorazione di Beppe De Giovannini a nome del Centro culturale "Péguy" di Stresa. Vorrei soffermarmi solo su quest’ultima.Giorno verrà, e sarà un giorno benedetto, in cui - parafrasando i versi- profezia del grande Paul Éluard - i figli sapranno camminare insieme («a due a due», dice il poeta). E sapranno far memoria insieme di ogni orrore che ha sfigurato la storia dell’umanità e di ogni amore che, invece, l’ha fatta più giusta, più buona e più bella. E insieme, infine, «rideranno della leggenda nera» dove ogni uomo «piange in solitudine» il suo passato e il suo presente, senz’essere capace di futuro. Giorno verrà, io spero.
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Ma per preparare quel giorno niente della specificità di ogni tragedia dev’essere dimenticato, fuso e confuso. E tutta la consapevolezza di ciò che tremendamente è stato, e non per destino ma per disumana scelta, va preservata, va trovata e ritrovata ancora, e va trasmessa. Abbiamo bisogno di ogni singolo Giorno dedicato alla memoria e al ricordo. Di ogni Giornata di verità, di parole oneste e di disarmato coraggio. Abbiamo – avremmo! – bisogno di saper dire e ripetere ogni singolo nome di vittima. Ne abbiamo bisogno per far maturare la vera pace. E che Dio ci aiuti, perché – nonostante i passi fatti insieme, le mani strette e i pugni disserrati – non è affatto facile.
* Direttore Avvenire
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Torna l’appuntamento con Avvenire di Calabria, il settimanale diocesano dell’arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova. Ecco tutti gli argomenti approfonditi.
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