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Il vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, monsignor Francesco Savino, è intervenuto alle celebrazioni della terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, portando il suo saluto e quello di tutta la Conferenza episcopale italiana e del presidente, cardinale Matteo Zuppi.
«Questo convenire del mondo sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato è un momento importante sia dal punto di vista simbolico che da quello reale: è importante soprattutto il tema che ci vede tutti qui che è, appunto, "Insieme": è insieme che possiamo garantire la salute. Il rischio delle divisioni, della parcellizzazione, degli interessi differenti dal bene comune mette a rischio il diritto alla salute, che è quello su cui ci giochiamo la democrazia, quella compiuta e responsabile, e la civiltà, quella civiltà dell’amore a cui spesso hanno fatto riferimento a Giovanni Paolo II, Paolo VI, Papa Francesco».
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Sono state le parole di monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Ionio e vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, a margine della celebrazione della terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato che si è svolta a Roma, alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino.
La giornata, promossa dal registra Ferzan Ozpetek e dal paroliere Mogol, è stata istituita con la legge 13 novembre 2020 in ricordo dei circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari durante la pandemia Covid e i circa 474.000 contagiati. Non casuale la scelta di celebrare tale giornata il 20 febbraio. Data simbolica per ricordare il giorno in cui a Codogno venne scoperto il paziente uno.
«Ri-cor-dare, riportare cioè al cuore, le persone care che non ci sono più, vittime del Covid-19, è fondamentale. È un esercizio di senso! Stiamo attenti a quella nota perversa della cultura del nostro tempo: l’Alzheimer culturale», ha detto ancora nel suo intervento il vicepresidente della Cei. «La salute - ha aggiunto - è un bene inviolabile per la chiesa e per la società intera. È necessario custodirlo e potenziarlo sempre più».
Per monsignor Savino «il diritto alla salute negato è forma di violenza. È così in alcune zone d’Italia – ha commentato ancora il vescovo di Cassano e vicepresidente della Cei – dove questo diritto è alienato, perennemente irraggiungibile».
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«Dobbiamo far sì che a tutti siano offerte le stesse opportunità, ci sia uguaglianza, che l’offerta sanitaria sia uguale per tutti. E occorre prestare attenzione ai poveri, a chi non può, non ce la fa». La strada per arginare questa tendenza alla violenza è, per monsignor Savino «quella indicata da papa Francesco: attraverso stili di assistenza orientati alla compassione, alla vicinanza e alla tenerezza».
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Sono stati giorni anche di scambio di conoscenza ed esperienza sul campo per i presenti