Avvenire di Calabria

I roghi non hanno fermato lo spirito di intraprendenza dei giovani del clan e noviziato che hanno "cambiato rotta"

Gli scout del gruppo Agesci RC7 fermati dal fuoco in Aspromonte, hanno scelto il mare per il campo estivo

di Clan Deja-vu - Noviziato χρώμα*

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Si dice che lo scautismo passi per i piedi, invece mette in campo anche le mani la testa e il cuore. Con questo coinvolgimento fisico ma anche emotivo, il Clan Deja-vu del gruppo scout Agesci RC7 nei giorni scorsi ha vissuto la propria esperienza di Route, un’esperienza tutta particolare che ha seguito anche il ritmo degli eventi che hanno tristemente coinvolto l’Aspromonte. Un’esperienza dove la voglia di avventura si intreccia con la rabbia per la follia umana che barbaramente ha reso un territorio squarciato, martoriato in cenere.


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Sappiamo bene noi scout cosa significhi la bellezza della fatica. Sentire le cinghie dello zaino comprimere le spalle e mentre si cammina pensare che forse quei 250 grammi di uva sultanina si sarebbero potuti anche lasciare a casa. Ma poi ci si ricorda che è bello sostare insieme, condividere la gioia di un canto incantati dallo scenario cangiante di nostri monti; proprio con questo stile che la comunità di Clan intendeva vivere l’esperienza estiva desiderando una route in Aspromonte! E così, divisi in pattuglie, sembrava tutto pronto. I più grandi carte alla mano si è studiato nel dettaglio il percorso: Gambarie – Materazzelli – Piani di Carmelia – Zervò- San Luca. Naturalmente si scende a Bovalino, occorre concludere con un tuffo!  

Gli scout del gruppo Agesci RC7 hanno fatto rotta verso il mare

Tende lavate e ordinate, spesa sistemata per triplette e vicino la porta, per non dimenticarle. La Forcola e la vecchia icona di Gesù Maestro protagoniste di tutta la storia del Clan. Tutto pronto quindi! Soprattutto il cuore. L’attesa di vivere passo dopo passo la singola sfida dell’avventura. Misurarsi con la propria capacità di adattamento, crescere in competenza imparando a mettere nello zaino l’utile e non il superfluo, come nella vita!

Salire il monte, la metafora più bella della ricerca di se stessi e di Dio. Ma la vera avventura sta nella capacità di rispondere alle avversità con coraggio come quando ex abrupto una mano crudele mescola le tue carte, una mano folle che indegnamente distrugge col fuoco la bellezza. Piromani incendiano l’Aspromonte, le autorità chiudono i sentieri. Quello che prima era un fresco paradiso si è mutato in un arido inferno. Che fare?  Se il fuoco divampava in Aspromonte l’entusiasmo scintillava nello spirito delle scolte e dei rover che alacremente hanno costruito l’esperienza. Allo stesso tempo, dentro ciascuno di noi montava la rabbia per quanto accadeva.

Così occorreva cambiare direzione anzi, rotta! Niente di più naturale del resto lo insegna Melville in Moby Dick nel pezzo di letteratura più alto: il suo capitolo primo: «Prendete qualsiasi sentiero vi piaccia e, nove volte su dieci, questo vi conduce in una valle e vi lascia lì, accanto a uno stagno formato dalla corrente. C’è del magico in questo. Che il più distratto degli uomini sia immerso nelle sue più profonde fantasticherie: mettete quest’uomo in piedi, fategli muovere le gambe, ed egli, infallibilmente, vi condurrà all’acqua, se acqua c’è in tutta la regione».

Dalla montagna al mare quindi; un passaggio che ha significato mutare ritmi e stili, linguaggi e competenze. I ragazzi e le ragazze hanno sostituito il ritmo dei passi al sincrono delle pagaie, le tende con i kayak, le corde con le cime. Solcare il mare su 11 metri di barca a vela, grazie ai fratelli scout del gruppo Stella Polare, organizzare il materiale sottocoperta sentirsi stretti, ma in un attimo percepirsi in una sala tre volte più grande all’udire che si trattava di una barca sequestrata a scafisti al cui interno venivano ammassati più di sessanta tra uomini e donne.

Il mare che grande opportunità educativa! La sua stessa capacità di rispecchiare non solo gli umori del cielo ma anche quelli dell’uomo miscelando il tutto nella sua risacca. Quel liquido amniotico dal quale si rinasce sempre come Jona o come Pinocchio più forti e consapevoli dei propri abissi ma allo stesso tempo sperimentando che da quegli abissi si riemerge attaccandosi alle pinne di Dio.

E così che il Clan Deja-vu e il Noviziato χρώμα del gruppo scout Agesci RC7 hanno accompagnato sulla delfiniera la promessa di Carlo, sottocoperta. Hanno elaborato parola per parola la propria Carta di Clan e infine tra i gavoni a poppa hanno ascoltato le lettere di Samuele Alessandro e Giovanni che di li a poco avrebbero preso la Partenza proprio da un porto, pagaiando insieme, impegnandosi ciascuno a costruire un Paese e una Chiesa migliori.


PER APPROFONDIRE: Scout Agesci: zaino in spalla, di nuovo in cammino


Tirati gli ormeggi si è scesi a terra ciascuno verso la propria Itaca, consapevoli che una tempesta improvvisa può sconvolgere i nostri piani, ma che solo la speranza il desiderio e la fede possono consentirci di riprogettare anche ripartendo da un foglio bianco.

"Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.” (Mc 4,38-39)

Tornando in sede, abbiamo riposto la nostra forcola accanto alla vecchia icona di Gesù Maestro sapendo che sulle nostre vele, dalle sue labbra socchiuse, continuerà a soffiare il suo Spirito.

*Gruppo Scout AGESCI RC7

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