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Iasevoli (Avvenire): «La cattiva politica è la principale insidia per il Pnrr». Ma il Sud Italia come si sta preparando a spendere i fondi del Pnrr? Secondo Marco Iasevoli, giornalista politico di lungo corso di Avvenire, «le nostre amministrazioni non sono pronte, e nemmeno i concorsi recentemente banditi mettono gli enti locali nelle condizioni di recuperare competenze e velocità. Non si tratta di avere qualcuno in più negli uffici a sbrigare pratiche, ma di afferrare in pochi mesi treni che si è lasciati scappare dalle mani per decenni».
È un dibattito in piedi da anni. La creazione di queste strutture centralizzate può aiutare a recuperare efficienza ed efficacia, ma per molti versi rappresentano un nuovo commissariamento della politica e anche del voto espresso dai cittadini. Allo stesso tempo, però, le modalità con cui gli amministratori locali esercitano il mandato elettorale viene poi viziato da dinamiche che non hanno a che fare con il bene comune.
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Sui bandi ci sono margini di discrezionalità che andranno attentamente osservati, riga per riga. Le modalità con cui vengono scritti possono deviare dagli obiettivi generali, stringere o allargare platee, indirizzare in modo più o meno esplicito l’approdo dei fondi. Basta un criterio, un cavillo, e determinate amministrazioni o enti potrebbero risultare esclusi. Il fatto è che il cane si morde la coda: se si fanno le pulci ai bandi, si perde tempo; se si fa tutto di corsa, gli interessi meglio rappresentati se ne avvantaggiano.
Sulla questione delle quote per il Sud bisogna distinguere la teoria proclamata dalle prassi che vedremo esercitate: certo, al Meridione deve andare una percentuale di fondi per ogni obiettivo del Pnrr. Ma poi bisogna vedere se le amministrazioni del Sud avranno pronti i progetti per catalizzare questi fondi, o se invece la carenza progettuale porterà a creare degli “avanzi” a vantaggio di amministrazioni più preparate, di solito di stanza nel Centro-Nord.
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La cattiva politica è solita usare qualsiasi disponibilità economica per “comprare voti”. Nei nostri territori meridionali sono state fatte operazioni “border line” anche con i voucher per la spesa e persino con i soldi per i Centri estivi. Quindi il rischio si moltiplica con i miliardi del Pnrr. Ma il vero rischio delle prossime elezioni è un altro: che i partiti facciano una campagna elettorale contro le riforme che abbiamo “pattuito” con l’Ue in cambio dei fondi del Pnrr. In tal caso le erogazioni si bloccherebbero.
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