Avvenire di Calabria

Pubblichiamo un estretto del discorso pronunciato dal presule crotonese a conclusione della celebrazione liturgica in cui ha ricevuto la consacrazione episcopale

Morrone ai reggini: «Siate tessitori di relazioni»

di Fortunato Morrone *

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Con un ossimoro dico che sono serenamente stressato, da martedì 16 marzo, ma quanto è grande e sorprendente la tua bontà Signore. Sarebbe stato bello celebrare senza limitazioni di numero, con le diocesi di Crotone e Reggio Bova, e con tutti gli amici e le amiche che hanno attraversato la mia vita, senza porre noi dei limiti, ma ci siamo dovuti arrendere alla necessità di selezionare delle rappresentanze. Nonostante questo, vi sento tutti vicini, anche se seguite da casa attraverso la tv o i social. Abbiamo dovuto rinunciare, allora, questa piccola rinuncia viviamola come esortazione ad avere uno sguardo che va oltre i nostri desideri fino a raggiungere i bisogni di coloro che proprio a causa della pandemia hanno sofferto di più, perché ammalati o perché hanno perso persone care, e sono stati tanti.

Grazie Signore che attraverso il santo padre Francesco mi ha chiamato a guidare la Chiesa di Reggio C Bova. Nonostante tutto Tu ti fidi di me. Il Dio di Gesù, carissimi, ci offre sempre la sua incondizionate fiducia. Crede in te, in me, in tutti noi. Ci ama a perdere. Questo ci fa respirare, ci incoraggia a ripartire insieme, settanta volte sette. Possiamo fidarci di Lui, credere in Lui. È Presenza paterna, fraterna, amante più che affidabile.

Sono grato a papa Francesco per il suo magistero chiaro e diretto, per la sua passione evangelica che informa il suo stile di vita cristianamente semplice, per il suo zelo apostolico nel riportarci all’essenziale della vita cristiana votata all’annuncio del Vangelo, speranza del mondo. Grazie a tutti voi, che mi avete sostenuto con la vostra preghiera e oggi avete condiviso con me la gioia di appartenere al Signore. Grazie di cuore. Grazie ai fratelli nell’episcopato che presiedono le Chiese in Calabria e ai vescovi emeriti qui presenti: saluto cordialmente tutti: al presidente della Conferenza episcopale calabra al presidente monsignor Vincenzo Bertolone, che mi ha comunicato la sua assenza per improvvisi motivi di salute, gli auguriamo una pronta ripresa. Così saluto Mons. Graziani impossibilitato a oggi partecipare e Mons. Nunnari anche lui indisposto per motivi di salute.

Un saluto affettuoso all’arcivescovo di Rossano, monsignor Maurizio Aloise,: la comune chiamata temporale al ministero episcopale rafforza la nostra amicizia nel Signore, a monsignor Bregantini, a monsignor Massara, al reggente della Penitenzieria apostolica monsignor Nykiel, a monsignor Marcianò, grazie di cuore per avere preso parte alla mia gioia.

Saluto e ringrazio le autorità che mi onorano della loro presenza: il Prefetto e il Presidente della nostra Provincia, il Sindaco di Crotone e la sindaca di Isola Capo Rizzuto insieme al commissario prefettizio del Comune di Cutro. E poi il Questore, il comandante colonnello dei carabinieri e il comndante del porto di Crotone, l’Ambasciatore unicef e il Commissario della Croce rossa di Crotone. Grazie. Un saluto particolare al Vicario prefetto di Reggio Calabria, ai rispettivi sindaci di Reggio Calabria e di Bova. Con ciascuno di voi e insieme a voi, che avete responsabilità amministrative nella provincia di Reggio, desidero intessere un fruttuoso dialogo e un’intensa collaborazione per il bene di tutte le persone che abitano il territorio della nostra arcidiocesi.

Un grazie dal profondo del cuore a mio papà Rosario e mia mamma Francesca. Per temperamento non sono riuscito ad esternare come avrei voluto la riconoscenza e l’amore che nutro per voi. Ma grazie a voi nella nostra famiglia, abbiamo respirato e respiriamo l’amore di cui mi sono nutrito insieme alle mie sorelle Angelina, Franca Maria, Pina, Brunella e Palmina, che ringrazio vivamente unitamente alle loro famiglie, che saluto con affetto.

Unisco nell’abbraccio le due grandi famiglie paterne e materne: Morrone e Bianco, zii, zie, cugine e cugini tutti: la congiuntura particolare non ha permesso a molti di voi di essere presenti: sento però che il vostro cuore, unito in preghiera, è qui. - Un grazie particolarmente sentito a mio zio don Peppino e mio cugino don Rosario: la vostra testimonianza presbiterale mi ha confortato nel ministero e sono certo mi sosterrà ancora. Ringrazio il Signore anche per i membri della nostra famiglia che ci hanno preceduto nella gioia di Dio e che oggi dall’Alto fanno il tifo per me. - Grazie poi alla grande famiglia ecclesiale in cui sono venuto alla fede: il popolo santo di Dio presente nella Chiesa di Crotone Santa Severina con il suo apostolo, monsignor Angelo Panzetta per la sua fraterna e cordiale vicinanza, per la sua sincera amicizia nel Signore, per la profonda meditazione sia ieri sera che oggi lo Spirito del Signore gli ha sussurrato.

Ne farò tesoro nel mio ministero. Grazie don Angelo, e in particolare ringrazio quella porzione di Chiesa che nei tanti volti femminili e maschili fin qui mi ha accompagnato e mi ha aiutato a crescere nella fede e in umanità. La comunità parrocchiale di Isola, la famiglia religiosa degli Stimmatini, cui sono profondamente grato, le comunità parrocchiali che il Signore mi ha affidato a grazie alle quali sono cresciuto un po’ di più come discepolo del Signore: Melissa, Santa Maria de Prothospatariis e Santissima Cosma e Damiano in Crotone, Visitazione della Beata Vergina Maria in Le Castella, saluto i soci della Fondazione Nostra Signora di Guadalupa, la parrocchia di Botricello che ho servito come vicario, infine la parrocchia di San Leonardo di Cutro (quasi come figlio minore cui in qualche modo ora tengo di più).

Poi un grazie doppio e triplo a tutte le donne e gli uomini, i laici delle nostre chiese calabre, con cui per molti anni ho avuto la gioia di camminare insieme, in 3 modo particolare l’AC nella sua delegazione regionale e tutte le persone, giovani e giovani adulti, che ho incontrato nella pastorale giovanile della nostra diocesi e tutti coloro che in vari modi ho seguito nell’ISR Unus Magister e la successiva scuola di formazione teologica, gli alunni e le alunne dell’ITC con tutti i proff. e personale di segreteria che saluto e ringrazio cordialmente nella persona del direttore monsignor Gaetano Currà. Così saluto i seminaristi del seminario teologico regionale in Catanzaro, San Pio X, insieme all’equipe formativa con il suo rettore monsignor Vincenzo Scaturchio. Nel seminario ho avuto la grazia di vivere momenti molto belli e intensi per un po’ di anni come direttore spirituale, grazie alla figura di un grande prete, appassionato di Gesù, ora nella gioia del suo Signore, don Dino e all’amicizia che ho ricevuto da don Osvaldo e da don Ivan e don Pino De Simone.

Grazie di vero cuore ai religiosi e alle religiose, ai tanti preti della Calabria che in tutti questi anni ho avuto la grazia di conoscere e incontrare. Un abbraccio al bellissimo presbiterio della diocesi di Crotone, agli amici preti che da un bel po’ di anni, nella Casa di Spiritualità dedicata a Maria, Nostra Signora di Guadalupe, mi hanno regalato la gioia di condividere alla luce della Parola, spazi di sincera e fruttuosa fraternità: una sana carica per ripartire rimotivati nel ministero pastorale. Saluto tutti i preti originari della nostra Isola, e con affetto fraterno don Pino e don Tonino: continuiamo a volerci bene.

Un ringraziamento di cuore a Don Antonio Piccolo ed a tutta la comunità parrocchiale di Maria madre della Chiesa che oggi ci ospita in questa bella e spaziosa aula liturgica. C’è stato un gran lavoro in questi ultimi mesi per la preparazione di questa celebrazione, svolto con grande dedizione, e di questo si è occupata la commissione istituita ad hoc, presieduta dal vicario, don Peppe Marra, don Francesco Gentile, don Alessandro Saraco, don Rino Le Pera, don Vincenzo Scerbo, don Serafino Parisi. Grazie di cuore.

Don Riccardo, lo so, Gesù ci dice di non chiamare nessuno Padre sulla terra poiché solo Lui è garante della nostra dignità di fratelli e sorelle. E però per il mistero dell’Incarnazione devo ringraziare Dio, perché la sua paternità in te si è resa concretamente visibile per me. Semplicemente grazie.

Ed ora saluto e ringrazio con vivo affetto la grande famiglia ecclesiale della Chiesa di Reggio Calabria – Bova rappresentata da una significativa presenza di laici, religiose e religiosi, diaconi, i seminaristi e presbiteri guidata dal delegato ad omnia Mons. Salvatore Santoro, che ringrazio per l’intenso lavoro in questo passaggio di consegne. Mi avete già manifestato con umanità e sensibilità cristiana il vostro affetto nell’incontro con parte di voi venerdì 7 maggio.

Amici e amiche fin d’ora vi chiedo di esercitarci evangelicamente e insieme ogni giorno a stimarci e a volerci bene e gusteremo la gioia della fraternità sognata da Gesù, quella stessa che ogni uomo e ogni donna desidera nel profondo del cuore. Questo mi aiuterà a guidarvi mentre camminerò insieme a voi dietro l’unico Maestro e Signore, Gesù.

Lo chiedo anche a voi giovani che siete qui presenti, da parte mia cercherò volentieri di moltiplicare le occasioni di ascolto delle vostre istanze fresche ed esigenti, consapevole come papa Francesco rileva, citando san Benedetto, che spesso ai più giovani il Signore rivela la soluzione migliore. Confido perciò nella vostra creativa collaborazione. Per tutti noi prego il Signore perché la chiesa di Reggio-Bova in tutte le sue realtà parrocchiali diventi sempre più scuola e spazio di comunione, luogo famigliare e fraterno dove tutti possano trovare casa, trovarsi a casa, così come Gesù godeva dell’amicizia ristoratrice in quella singolare famiglia di Betania.

Per questo ai fratelli e amici presbiteri chiedo di essere tessitori di relazioni belle, costruttori di comunità umanissime, rifondate continuamente nel memoriale eucaristico che presiedete di domenica in domenica, in persona Christi capitis, perché servo. Da qui la vostra e nostra gioia sarà gustata dalle vostre comunità. Saluto cordialmente monsignor Giuseppe Morosini che in questi anni vi ha guidato sapientemente e lo ringrazio di cuore per la sua presenza e insieme a lui anche monsignor Mondello che il loro affetto mi saranno vicini nel ministero apostolico.

Riservo un ultimo pensiero ad una considerazione che nel tempo è maturata in me: Sono convinto che riconoscere la dignità della donna, (non sono state loro le prime testimoni del Risorto?), fuori da ogni schema di subalternità culturale ed ecclesiale, sia necessaria per la vita della Chiesa e per la formazione umana e spirituale, oltre che intellettuale di noi preti. Il volto maschile e femminile della chiamata originaria di Dio, che nessuno osi dividere, riguarda il vissuto ed il tessuto umano e credente di tutti noi, secondo la vocazione propria di ciascuno. Per questo vorrei esprimere gratitudine e riconoscenza alle tante donne, che in questi anni, si sono prese cura di me, e sono state per me sorelle e madri, nei vari ambiti del mio impegno pastorale, mi hanno permesso di avere la ricchezza di uno sguardo più profondo, accompagnandomi con paziente tenerezza, talvolta nel silenzio orante, e talaltra con visceralità e determinazione tipicamente femminile, testimoniando non poche volte nella sofferenza e nell’incomprensione di una certa mentalità clericale, la loro passione per il Vangelo, spingendomi a osare di più. Grazie.

Qui ancora rivolgo un appello alle donne di san Leonardo di Cutro: il presente del futuro dei vostri ragazzi e del vostro paese siete voi. Non mollate. Allo sguardo materno di Maria, donna dell’ascolto e del servizio gioioso, donna della consolazione e della tenerezza materna di Dio, donna che, nell’icona della Guadalupana, sempre misticamente incinta del Suo Signore, ci visita nel nostro quotidiano per spronarci a portare il Vangelo di suo Figlio a tutti e in tutte le periferie sociali e personali della vita, a lei affido il mio ministero episcopale. E a voi tutti pertanto, chiedo amichevolmente un Ave al giorno, perché anche attraverso di me e nonostante me, cresca e si rafforzi la comunione nella nostra chiesa di Reggio e le persone a me affidate possano gustare la gioia dell’incontro con il Signore Gesù, la gioia impareggiabile che riempie il cuore e la vita intera.

* Arcivescovo eletto di Reggio Calabria - Bova

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